albo d’oro degli alpini bolognesi romagnoli

8 settembre 1943-25 aprile 1945 : "gli alpini e artiglieri da montagna CADUTI su fronti opposti"

gli artiglieri da montagna Angelo e Raffaele e la famiglia Bartolotti
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° maggio 2019

Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla storia della romagnola famiglia Bartolotti, in particolare di Angelo e Raffaele, dei quali ho "scoperto l'inedita notizia" che erano stati artiglieri da montagna, combattenti e reduci della Grande Guerra, poi dall'8 settembre 1943, per scelta, impegnati nella lotta antifascista, fino al sacrificio della vita, dei quale desidero proporre le figura rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

la famiglia Bartolotti

Il primo nucleo della famiglia Bartolotti composta da numerosi fratelli contadini, si erano stabiliti dal 1800 in origine a Cà di Lugo, poi nel corso degli anni i vari fratelli con le rispettive famiglie si erano progressivamente spostati in altre località del circondario; a Voltana, a Mezzano, a Santa Maria in Fabriago, ad Alfonsine ed a Sant'Agata sul Santerno, intraprendendo anche altre professioni. Il nucleo originario era rimasto a Ca’ di Lugo ed era conosciuto per la sua cordialità ed ospitalità. Tutti i Bartolotti, rispettati e stimati in tutto il territorio, comprese anche le nuove generazioni, erano soprannominati “i giazul” (i ghiaccioli).

i cugini Angelo e Raffaele

Angelo Bartolotti, di Enrico, nasce a Sant'Agata sul Santerno, frazione di Lugo (Lugo di Romagna), il 16 giugno 1892 in una famiglia di origine contadina, residente nella frazione di Villa San Martino.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Chiamato alla visita di leva il 29 marzo 1912 è lasciato in congedo e indicato come professione muratore. Chiamato alle armi per mobilitazione il 1° giugno 1915 viene assegnato al 16° Rgt. Art. da Campagna. Il 1° ottobre transita al 3° Rgt. Art. da Montagna. In previsione dell'invio di truppe italiane in Albania, il 13 gennaio 1916 viene assegnato al 2° Rgt. Art. da Montagna Gruppo "Belluno" mobilitato ed il 18 febbraio parte con il reparto per l'Albania imbarcandosi a Taranto.

 


su "il Resto del Carlino" del 25 luglio 1916,
nella rubrica Saluti dal fronte, compare
anche Bartolotti Angelo di Lugo.

Rientrato dal 29 ottobre 1918 per malattia e ricoverato all'ospedale militare di Bergamo, con la conclusione della guerra (4 novembre 1918) dal 1° gennaio 1919 "cessa di trovarsi in territorio dichiarato in stato di guerra" e viene assegnato per il proseguo del servizio militare in tempo di pace al 1° Rgt. Art. da Montagna. Viene congedato il 30 agosto 1919 con la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore.

Rientrato in famiglia riprende la professione di muratore nella frazione dove ora risiede a Santa Maria in Fabriago. Nel 1924 si sposa e nel 1925 nasce il primogenito Italo e nel 1927 il secondogenito Paolo.

 

Raffaele Bartolotti, di Severino, nasce a Lugo (Lugo di Romagna) nella frazione di Santa Maria in Fabriago, il 7 giugno 1898, in una famiglia contadina, residente in via Viola 16.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Chiamato alla visita di leva il 6 febbraio 1917 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi per mobilitazione il 1° marzo viene assegnato al 2° Rgt. Art. da Montagna ed il 7 marzo viene mobilitato con la 190ª batteria da montagna. Nel gennaio 1917 transita nella 144ª batteria da montagna fino al 4 novembre 1918, quando la guerra si conclude. Prosegue quindi il normale servizio militare in tempo di pace in forza al 2° Rgt. Art. da Montagna a Belluno e viene congedato il 19 ottobre 1920 con la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore.

Rientrato in famiglia riprende la professione di contadino nella frazione dove risiede a Santa Maria in Fabriago.

Il 5 maggio 1941 viene richiamato alle armi destinato al 329° Btg. Territoriale Mobilitato a Rovigo. Sottoposto a visita medica e giudicato idoneo solo per i servizi sedentari, ed essendo in soprannumero, l'11 maggio viene congedato.

la strage dei Bartolotti

Con gli eventi legati al 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini si vive un clima di "liberazione" che ben presto finisce dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana.

Nel vasto territorio i Bartolotti conusciuti da tutti e stimati come famiglie, ma anche per le loro idee socialiste da sempre sostenute ed ora esternate con maggiore libertà nei mesi della Resistenza, i fascisti tengono particolarmente d’occhio le case dei Bartolotti, sospettando che aiutino i partigiani e di essere loro tessi partigiani. Verso queste famiglie "sfogano" tutto l'odio le nuove Brigate Nere fasciste, sostenute dagli occupanti tedeschi.


 

Il primo a cadere è Italo Bartolotti (figlio di Angelo) caduto in combattimento il 22 aprile 1944 in località Beltricetto.
Italo era nato a Villa San Martino (Lugo) il 19 novembre 1925 ed aveva quindi solo 19 anni....

La stele che ne ricorda il sacrificio dove vi è questa iscrizione :
IL PARTIGIANO ITALO BARTOLOTTI COMBATTENDO EROICAMENTE PER L'INDIPENDENZA E LA LIBERTA' QUI CADDE IN SACRIFICIO IL 22 APRILE 1944


A San Bernardino è stata imtitolata una via Italo Bartlotti.


 

Il secondo a cadere è Pietro Bartolotti (di Francesco) ucciso dai tedeschi in località Mezzano il 22 giugno 1944. Nella frazione di Mezzano vi è intitolata una via Pietro Bartolotti. ed anche un cippo ricordo. Pietro nasce ad Alfonsine, Ravenna, il 18 gennaio 1900. Chiamato alla visita di leva il 26 febbraio 1918 è lasciato in congedo e indicato come professione automobilista. Chiamato alle armi il 20 marzo viene assegnato al 38° Rgt. Fanteria. Il 24 febbraio 1919 viene collocato in congedo provvisorio. Richiamato alle armi per istruzione il 6 settembre 1920 viene assegnato alla 4ª Compagnia di Sussistenza ed il 5 novembre viene mandato in congedo. Rientrato alla vita civile intrapprende la professione di bracciante. Sul ruolo matricolare viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente con la formazione partigiana Divisione SAP territorio metropolitano dall'8 settembre 1943 al 22 giugno 1944 equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai volontari militari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione. Viene anche annotato che gli è conferita la Croce al Merito di Guerra per attività partigiana.

Il cippo ricordo posto sul luogo dell'eccidio sul quale è incisa la significativa frase :
IN QUESTO LUOGO IL 22 GIUGNO 1944 CADEVA COLPITO A MORTE DA PIOMBO TEDESCO PIETRO BARTOLOTTI UMILE BRACCIANTE CHE FIERO DEI PROPRI SENTIMENTI REPUBBLICANI  E DELLA PROPRIA IDEA DELLA LIBERTÀ NON AVEVA VOLUTO ARRENDERSI ALLE INTIMIDAZIONI DEL FEROCE OPPRESSORE


A Savarna, circoscrizione di Mezzano, la scuola primaria (elementare) è intitolata a "Pietro Bartolotti".




Paolo
I terzi a cadere sono i due componenti maschi residenti a Santa Maria in Fabriago : l'11 agosto 1944 vengono fucilati in località Campanile, vittime dei nazifascisti, il padre Angelo (52 anni) con il figlio Paolo (17 anni). Sul ruolo matricolare dell'artigliere da montagna Angelo viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente con la formazione partigiana Divisione SAP territorio metropolitano, dal 1° giugno 1944 all'11 agosto 1944, equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai volontari militari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione.

La lapide che ricorda il loro sacrificio.

A Mezzano è stata intitolata una via Paolo Bartolotti



I quarti a cadere sono i quattro componenti maschi residenti a Cà di Lugo. Il 15 settembre del 1944 due camionette di tedeschi e un camion carico di fascisti irrompono sull’aia : sorpresi a pranzo i Bartolotti, (mentre le donne e i bambini vengono trascinati fuori della casa e allineati contro un muro sotto la minaccia dei mitra), vengono sottoposti ad atroci torture. I nazifascisti si accaniscono soprattutto sul più giovane, Silvio di 18 anni, senza riuscire a strappargli confessioni di sorta. Ad un feroce interrogatorio vengono sottoposti, inutilmente, anche il padre Adolfo (61 anni) e gli altri due figli Olindo (30 anni) e Nino, (31 anni). Tutti vengono quindi trascinati fino al vicino ponte sul Santerno e lì impiccati, mentre Olindo, che era riuscito a divincolarsi e a fuggire, viene abbattuto con una raffica di mitra. Sul luogo dell'eccidio, viene eretto nel dopoguerra un cippo ricordo.

Il padre Adolfo, di Luigi, nasce a Lugo (Lugo di Romagna) nella frazione di Cà di Lugo, il 21 novembre 1883. Chiamato alla visita di leva il 2 giugno 1903 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi per mobilitazione il 12 luglio 1916 viene assegnato al 56° Rgt. Fanteria ed inviato in territorio dichiarato in stato di guerra. Il 20 luglio 1917 è ricoverato all'ospedale militare di Brescia dove sottoposto a rassegna (visita), viene dichiarato inabile a proseguire il servizio militare e congedato in anticipo. Sul ruolo matricolare viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente con la formazione partigiana Divisione SAP territorio metropolitano, dal 2 aprile 1944 al 15 settembre 1944, equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai volontari militari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione.


Il figlio Nino nasce a Lugo (Lugo di Romagna) nella frazione di Cà di Lugo, il 16 febbraio 1913. Chiamato alla visita di leva il 2 settembre 1933 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi il 6 aprile 1934 viene assegnato al 10° Rgt. Art. Pesante, ma essendo in soprannumero viene congedato il 28 agosto. Richiamato alle armi il 12 maggio 1935 viene assegnato al 10° Rgt. Art. d'Armata Trieste e nuovamente congedato il 1° luglio 1936. Richiamato alle armi per mobilitazione il 7 dicembre 1940 è destinato al Raggruppamento Artiglieria del 6° Gruppo Costiero Vado Ligure-Savona dove rimane fino all'8 settembre 1943. Sul ruolo matricolare viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente con la formazione partigiana Divisione SAP territorio metropolitano, dal 15 maggio 1944 al 15 settembre 1944, equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai volontari militari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione.


Il figlio Olindo nasce a Lugo (Lugo di Romagna) nella frazione di Cà di Lugo, il 15 marzo 1914. Chiamato alla visita di leva il 5 ottobre 1934 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi il 7 aprile 1935 viene destinato al 6° Rgt. Bersaglieri. Il 10 agosto visitato all'ospedale militare di Bologna gli viene diagnosticata una ernia inguinale destra e riformato, viene congedato. Chiamato ad una nuova visita il 10 settembre 1936 presso l'Ufficio Provinciale di Leva di Ravenna gli viene confermata l'inabilità al servizio militare e quindi mandato in congedo illimitato. Sul ruolo matricolare viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente con la formazione partigiana Divisione SAP territorio metropolitano, dal 5 maggio1944 al 15 settembre 1944, equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai volontari militari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione.

 

Il figlio più giovane Silvio nasce a Lugo (Lugo di Romagna) nella frazione di Cà di Lugo nel 1926, aveva quindi solo 18 anni.... Il cippo che ne ricorda l'eccidio.

 

 

 

 

 


Ultimo a cadere è Raffaele Bartolotti (46 anni) durante uno scontro a fuoco coi nazifascisti l’11 aprile 1945 presso San Bernardino. Sul ruolo matricolare dell'artigliere da montagna Raffaele viene anche indicato che è riconosciuto partigiano combattente dall'8 settembre 1943 all'11aprile 1945 con la qualifica di Capo Distaccamento Partigiano, equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano, ai miltari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate Italiane nella lotta di liberazione.



Sono ben nove i Bartolotti che hanno dato un grande contributo di sangue alla lotta di liberazione ed a Lugo di Romagna, dove le vittime del nazifascismo sono ancora oggi sempre ricordate, una strada è stata intitolata via dei Bartolotti.