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            aperto ad argomenti proposti da voi  
            Era la naia quando...... 
              filastrocca dedicata ai ricordi di 
              quando, la naja era naja
 e gli artiglieri da montagna erano artiglieri da montagna...
 di Giovanni Piva *
 
 
 
  
          15 
            marzo 2008Carissimo Giuseppe, grazie per le parole di profonda amicizia che 
            hai usato nella tua lettera e che ricambio con viva stima....omissis.....ti 
            invio questa filastrocca pensando ti faccia resuscitare ricordi comuni 
            di naia; l'ho scritta in una giornata di pioggia pensando alla naia 
            che gli artiglieri da montagna della nostra età hanno fatto 
            ed a certi valori e sentimenti che oramai sono decaduti. Ti saluto 
            affettuosamente. Giovanni.
  gennaio 2010
 Carissimo Giuseppe,
 innanzi tutto a Te e Famiglia i migliori auguri per un felice Anno 
            Nuovo, auguri che estendo a tutta la numerosa Famiglia degli Alpini 
            Bolognesi Romagnoli. Ho finalmente terminato la ...naia; no ! non 
            fraintendermi...non sono ancora diventato pazzo!....: visto che nessuno 
            ha voluto aggiungere una strofa alla mia filastrocca, ho pensato di 
            concluderla io con un piccolo "tassello", inserendo nel 
            finale, dopo aver menzionato muli ed artiglieri, anche la figura di 
            un giovane tenente che a quella naia ha dedicato tutto l'entusiasmo 
            e la passione di cui era capace. Il mio sogno sarebbe ora quello di 
            veder sviluppare questa filastrocca in un DVD dove didascalie ed immagini 
            sarebbero accompagnate da una lettura e da un sottofondo musicale; 
            tutto ciò verrebbe realizzato grazie alla preziosa collaborazione 
            di Battista "Mefisto" AVERONE, mio vecchio vulcanico furiere 
            che tu ben conosci. In questa realizzazione Tu potresti darci una 
            "grossa mano" : si tratta di contribuire a raccogliere "immagini 
            significative " che andrebbero ad accompagnare le didascalie 
            che compongono la filastrocca.
 Come noti la filastrocca è stata suddivisa in capitoli e da 
            sottocapi; ebbene, si tratta di reperire foto, disegni, da abbinare. 
            E giunto il Tuo momento! allerta le Tue brigate e fa in modo che arrivino, 
            aprendo se ti riesce una piccola casella nel tuo sito (che potrebbe 
            portare il titolo di "immagini di naia" ) quanto più 
            materiale possibile e cioè: interni di vita di camerata, cortili 
            di caserma, ramazza, brusca e striglia, la partenza da una stazione 
            ferroviaria, la visita di leva, e chi più ne ha più 
            ne metta !! Sarà il DVD della naia di Battista, Giovanni e 
            quanti collaboreranno aprendo il loro cassetto dei ricordi.....
 Con un caloroso abbraccio Ti saluto con la speranza di vederci presto.........
 (artiglieri da montagna, siete "comandati" ad aiutare 
            a realizzare questa bella iniziativa!! contattate il Col. Giovanni 
            Piva inviando le vostre e-mail a questo indirizzo - giopiva39@alice.it 
            )
  Era la 
            naia quando ….. andavi alla visita di leva…tutti nudi in fila per uno;
 ricevevi quella cartolina grigia che ti spediva lontano;
 salivi sul treno con nello zainetto un cambio di biancheria e pochi 
            soldi, lasciando la morosa e la mamma in lacrime;
 Era la naia quando….
 giungevi in una caserma…..quattro mura ….tre camerate…..due camere 
            di punizione …..un refettorio….una scuderia con i muli;
 nelle camerate le brande erano a castello e bisognava fare il …cubo;
 nelle camerate c’erano le rastrelliere con i fucili e quelle stufe 
            a legna che facevan più fumo che caldo;
 se non squadravi bene il cubo o non tenevi l’arma pulita ti trovavi 
            in …tabella;
 di notte ti sbrandavano o ti facevano il dentifricio;
 nelle camerate c’erano il caporale di giornata e i due piantoni che 
            con l’aiuto di qualche..”servizio interno” facevan le pulizie e tiravano 
            la cera;
 ogni giorno i conducenti facevano “brusca e striglia" con i muli 
            messi a cerchio ed al centro il graduato con la tabella che dava gli 
            ordini “battere le striglie! pulire le brusche";
 ogni notte il silenzio era rotto dal rumore degli zoccoli dei muli 
            che battevano sulla massicciata delle scuderie;
 Era la naia quando……
 dalla sveglia al silenzio, dall’adunata al rancio, dalla libera uscita 
            al contrappello…..era un continuo suonar di tromba
 prima del “disco” c’erano i trombettieri, quelli veri, con le trombe 
            vere: quelli che all’inizio non sapevano cosa fosse una tromba ed 
            alla fine andavano in congedo “Nini Rosso” suonando il silenzio fuori 
            ordinanza, quelli che all’inizio non andavano a casa finché 
            non riuscivano ad emettere una nota e soffiavano dentro quell’arnese, 
            chiusi nei cessi, e finalmente, con due labbra gonfie andavano in 
            licenza orgogliosi di essere “trombettieri”;
 la tromba chiamava i puniti e ti mandavano a pulire le pignatte …mentre 
            gli altri andavano in libera uscita;
 la tromba chiamava la corvèe “la corvèe…la corvèe 
            ..di più stupide non ce n’è”, e ti trovavi a scopare 
            quelle foglie che il vento ti portava via;
 Era la naia quando….
 ti trovavi di servizio a fare la guardia alla porta o alle scuderie, 
            il piantone o il picchetto, la corvèe in caserma o quella in 
            cucina e non andavi in libera uscita;
 i nonni ti facevano fare le pince ed i salti di rana ed i superiori 
            ti dicevano “stai punito coglione";
 c’era la consegna e la C P S la C P R e la mora …che non era una gnocca 
            con i capelli neri;
 c’erano le camere di punizione 2mt.x3 con un tavolaccio ed una coperta;
 ti toglievano i lacci delle scarpe e la cintura ed uscivi dalla cella 
            solo accompagnato dalla guardia per fare i tuoi bisogni o per la mezzora 
            di…. “aria ai puniti”;
 Era la naia quando….
 alla sera c’era la coda ai telefoni per dire “mama qua i se tuti mati 
            … se dorme poco e se magna mal …me fa mal i pè…..”;
 per andare in libera uscita ti controllavano i capelli ed il cappello, 
            la divisa e le scarpe e se il cappello era “tirato” o la penna un 
            po’ lunga … dovevi fare dietro front;
 c’erano i “limiti di presidio” e non potevi tenere l’auto e allora 
            …si faceva autostop;
 c’era la “ronda" che entrava nei bar e tutti scattavano sull’attenti;
 Era la naia quando …..
 dopo la sveglia si faceva la “ginnastica con il disco” o la “reazione 
            fisica” ..tutti a correre dietro uno scalmanato;
 i chiedenti visita facevano la coda quando c’era da andare in marcia, 
            ma dopo la visita dello Sten medico si ritrovavano quasi tutti dietro 
            la ….coda del mulo o a fare …”servizio interno”;
 il sabato e la domenica mattina il parlatorio si riempiva di mamme 
            e di morose …e chiedevi il “pernotto”;
 la domenica mattina il cappellano celebrava la Messa con l’altare 
            nel piazzale della caserma e chi non intendeva assistere …faceva addestramento 
            formale;
 ogni 10 giorni, puntualmente, ti davano la paga e la “deca” arrivava 
            anche al campo quando il maresciallo del contante giungeva con l’AR 
            bella pulita all’accampamento e si piazzava in mezzo al prato con 
            sgabello e tavolino; quel giorno arrivava anche la posta ed era motivo 
            di festa per molti;
 ti accontentavi di poco, tanto che riuscivi a spedire a casa un po’ 
            dei soldi della decade;Era 
            la naia quando….
 c’erano il sarto , il calzolaio , il sellaio , il barbiere, il lavandaio;
 il sarto faceva del suo meglio per trasformare una drop T54 in una 
            50 e spesso ci riusciva;
 il calzolaio ti faceva diventar nuovi i tuoi vibram con un po’ di 
            colla e quattro chiodi;
 il sellaio era costantemente alle prese con i basti da adattare ai 
            muli ed inventava intrugli miracolosi per renderli più morbidi;
 il barbiere sapeva sempre tutto di tutti e quando partiva con quel 
            rasoio elettrico infernale sembrava dovesse tosare muli;
 c’era infine il lavandaio quando i sacchetti con la roba da lavare 
            diventavano una lotteria e comunque gli indumenti ti venivano restituiti 
            sempre più stretti e con meno bottoni ;  
            Era la naia quando ……
 c’erano le scuole di tiro …quella primaverile e quella autunnale e 
            c’erano le escursioni…quelle estive e quelle invernali;
 partivi a maggio bello e pulito e ritornavi a luglio sporco e “ sbranato”, 
            con la barba e la penna più lunga;
 partivi a maggio per la scuola di tiro con gli obici da 105/14 e con 
            le campagnole TTO che non erano…….Operose contadinotte Tutte Tette; 
            quelle AR 51 /59 sembravano muli a quattro ruote perché arrivavano 
            dappertutto;
 Radiofonisti, telefonisti, tavolettisti, puntatori …40/C -48-61/C…ad 
            ognuno un incarico ben preciso e tutti agli ordini di Sua Maestà 
            Obice da 105/14;
 i tavolettisti nella tenda del Posto Comando ricevevano “l’allungate../accorciate 
            ../a destra…/a sinistra…400..200…100 : ed ai puntatori direzione…/ 
            alzo…/ sito… fuoco!!! E l’obice bello ed elegante danzava facendo 
            volar via il mascheramento, e saltava sulle ruote ad ogni colpo…. 
            assieme ai puntatori;
 Era la naia quando …..
 terminata la scuola di tiro, Sua Maestà si…scomponeva e si 
            faceva portare in trionfo alle escursioni in …dodici pezzi ed entravano 
            in scena loro, i migliori, quegli alpini a quattro zampe che non si 
            scomponevano a caricarsi quei dodici pezzi, silenziosamente, senza 
            fare una piega; il più grande si prendeva il tubo obice, il 
            più basso il blocco di culatta, il più esperto la culla 
            inferiore, il più robusto si caricava le ruote e così 
            via con la slitta manicotto, gli scudi…..;
 c’erano i muli della squadra comando, quelli più “fighetti”, 
            con in testa il più bello con il basto zappatori, e poi quello 
            che si dava tante arie perché portava la browning, e gli altri 
            che facevano tanta scena con quelle casse mezze vuote;
 c’erano i muli delle salmerie, in fondo a tutti, quelli più 
            dimenticati, quelli più semplici e modesti che si adattavano 
            a portare di tutto, che non si incazzavano mai se non ..come “l’Oliosa”, 
            quando c’era da imbastarsi; ma poi trotterellavano disinvolti con 
            quei carichi scomodi e sbilenchi come le balle di fieno e paglia, 
            o quei pesantissimi sacchi di avena, o con quella cucina someggiabile 
            che tanto rumore di mestoli e pignatte faceva;
 quante volte, durante i campi invernali, in quella cucina someggiabile 
            abbiamo messo la neve portata con i teli tenda per cucinare la pasta, 
            e quanto era buona la pasta …agli aghi di pino;
 quante volte invece abbiamo consumato i “viveri K” e c’era chi si 
            mangiava anche la “meta” e la trovava un po’ ….amara;
 Era la naia quando…..
 c’erano i conducenti ed i serventi, i migliori, quelli che dovevano 
            levarsi per primi per imbastare e caricare …con la stupida in bocca 
            per non parlare, quelli che erano autorizzati a bestemmiare …quando 
            serviva
 c’erano gli altri, quelli che avevano fatto il loro dovere alla scuola 
            di tiro, quelli che quando serviva sapevano dare una mano ai conducenti 
            ed ai serventi, anche loro con il loro bel zaino pieno seguivano…. 
            tirando un po’ la lingua;
 la sera, al campo, vi mettevate tutti, senza distinzione d’incarichi 
            e gradi, attorno ad un falò ad asciugarvi e cantavate ….sul 
            ponte di Perati o di Bassano, quando saremo fora della Val Sugana……; 
            qualcuno preferiva scrivere la lettera alla morosa e poi tutti a dormire 
            vi infilavate dentro le tende di squadra fatte con i teli tenda ed 
            i clarinetti ….pensando alla marcia del giorno dopo;
 Era la naia quando …..
 si faceva la sveglia alle quattro per poter imbastare e caricare ed 
            il caposquadra era il primo ad uscire dalla tenda a canile per andare 
            alla cucina someggiabile, dove c’era un pò di luce ed un po’ 
            di caldo, a prendere il latte caldo per tutti;
 si faceva la sveglia alle quattro ed era un casino vestirsi al buio 
            con quei ghettoni che spesso mettevi alla rovescia, sgonfiare il materassino 
            già sgonfio, disfare la tenda a canile recuperando il tuo telo 
            tenda ed i clarinetti e fare il rotolino ed affardellare lo zaino 
            con i laccioli ben arrotolati, ma eravate tutti pronti quando arrivava 
            il caposquadra con due gavette piene di latte caldo e quattro pagnotte 
            e vi diceva “magnè svelti che i altri se già pronti”; Era 
            la naia quando…….
 quella lunga colonna fatta di alpini a due e quattro zampe silenziosamente 
            si muoveva facendo sentire solo rumore di zoccoli; avanti a tutti 
            quelli della “difesa vicina” quindi, in testa alla colonna, il C.te 
            di batteria e dietro a lui, come un serpentone, la sq.Comando, le 
            due sq.pezzi, le salmerie ed in coda il S.cte di batteria con il Sten 
            medico e l’aiutante di sanità, il veterinario, il SU maniscalco;
 ad ogni ora circa di cammino il Comandante dava l’ordine “Alt zaini 
            a terra” e la voce rimbalzava di squadra in squadra e quando giungeva 
            in coda vedevi il sottocomandante risalire la colonna con il medico, 
            il veterinario ed il maniscalco per controllare uomini e muli e riferire 
            al comandante;
 ad ogni sosta i conducenti aggiustavano il sottopancia e controllavano 
            la braga ed il pettorale, i serventi aggiustavano i carichi mentre 
            i muli ….si scaricavano alla loro maniera…. “l’alt della pisciata”;
 Era la naia quando….
 camminavi per ore ed ore, sotto il sole cocente, sotto la pioggia 
            scrosciante, con il gelo che ti entrava fin sotto i paraorecchie del 
            tuo berretto norvegese o con il vento che a folate ti faceva chiudere 
            gli occhi e masticare polvere;
 camminavi dietro la coda del mulo e quando il sentiero rampava sentivi 
            gridare “tirare il pettorale! allentare la braga” mentre tu …tiravi 
            la lingua e ti attaccavi alla coda ...;
 camminavi dietro la coda del mulo e durante i trasferimenti notturni 
            il capo squadra teneva una lanterna; tu camminavi come un automa e 
            ti capitava di prender sonno continuando a camminare finché 
            ti svegliavi con la testa sul culo del mulo;
 Era la naia quando …..
 ogni giorno, dopo aver macinato una ventina di km giungevi finalmente 
            alla “base”, un casolare, una malga di alta montagna, un gruppo di 
            masi e lì, in una radura vicino al torrente, si piantava l’accampamento
 all’arrivo della "tappa” eravate tutti stanchi, ma occorreva 
            lavorare ancora prima che suonasse il rancio;
 i cucinieri, scaricate le salmerie, si apprestavano a cucinare il 
            rancio;
 gli uomini della Comando piantavano l’asta per la bandiera e piazzavano 
            la browning dietro ad essa col vivo di volata verso il cielo come 
            a far da guardia;
 i serventi scaricavano i materiali e, ricomposti gli obici, li mettevano 
            “in batteria” uno a sinistra e l’altro a destra dell’asta bandiera 
            anch’essi col vivo di volata alle stelle;
 i conducenti, dopo averli sbastati, portavano i muli all’abbeveratoio 
            campale mentre il veterinario controllava le spellature e le fiaccature 
            ed il maniscalco la ferratura; dopo l’abbeverata mettevano i muli 
            a cerchio e gli davano la “musetta” con l’avena, e poi finalmente 
            al “filare” con un po’ di fieno e paglia;
 sistemati i muli, il rancio quasi pronto, il trombettiere chiamava 
            l’adunata : vi inquadravate di corsa ed in silenzio davanti all’asta 
            della bandiera, la squadra comando, il primo pezzo, il secondo pezzo, 
            le due salmerie; i capisquadra controllavano gli uomini con il ruolino 
            tascabile e dopo i diversi attenti e riposo che accompagnavano la 
            presentazione della forza, il comandante dava l’attenti per l’alza 
            bandiera e tutti rigidi salutavate il tricolore che saliva alto sul 
            pennone accompagnato dai tre squilli di tromba;
 Era la naia quando almeno una volta al giorno salutavi la 
            nostra bandiera mettendoti sull’attenti e portando la mano alla visiera. 
            Era la naia quando lo stesso gesto veniva compiuto dai nostri padri 
            e dai nostri nonni, in tempo di pace come in guerra, in ogni luogo 
            dove la Patria ha chiamato.
  Non è più la naia oggi che ……abbiamo l’Esercito 
            di ….“professionisti”
 che non vanno più alla visita di leva;
 che non ricevono più quella cartolina grigia;
 che non partono più col treno;
 che non dormono più nelle camerate con le brande a castello 
            e non fanno più il cubo;
 che non fanno più la corvèe caserma o cucina, ma hanno 
            le donne della ditta…;
 che non fanno più la ginnastica del mattino;
 che non fanno più le “pince” ma …;
 che non fanno più brusca e striglia;
 che non prendono più la decade ma lo stipendio e la missione;
 che non fanno più le escursioni estive ed invernali con lo 
            zaino di trenta chili;
 che non mangiano più la pasta agli…aghi di pino;
 che non si svegliano più alle quattro per partire alle sei, 
            ma hanno l’orario di servizio e lo straordinario ed il riposo compensativo 
            dopo i servizi;
 Era la naia quando …..
 c'era una volta un giovane tenente che quella naia aveva abbracciato 
            infondendovi tutta la passione e l'entusiasmo di cui era capace;
 c'erano una volta gli artiglieri del Sondrio che quel tenente seguivano 
            portando con loro la forza la fede ed il coraggio della lor balda 
            giovinezza;
 c'erano una volta i nostri amati muli che hanno condiviso con noi 
            gioie e fatiche, che hanno con noi spesso diviso una pagnotta ed una 
            gavetta che con il loro passo hanno cadenzato il nostro inno ...trentatre 
            passi al minuto;
 Artiglieri del Sondrio, fiocchetti rossi a due e quattro zampe Averone-Orizio-Bonariva-Gheza-Gabbiana-Oliosa-Arnodera, 
            adunata e ... zaini in spalla!! dal primo uomo della squadra comando 
            in ordine chiuso e a passo di strada avaaanti!!, ritornerete a seguire 
            quel giovane tenente, ritornerete a salire con lui innevati sentieri 
            incidendo nuove pagine di storia ...su le nude rocce sui perenni ghiacciai.................
  
           
            Ritornerà 
              la naia domani quando ci si accorgerà di quanto bene ha fatto 
              alle generazioni  
    
           
             
                
          * 
            Giovanni Piva, oggi Colonnello in "pensione", residente 
            nel bellunese, ha svolto la "naia" come ufficale nel servizio 
            permanente effettivo sempre ed orgogliosamente nell'Artiglieria da 
            Montagna. Agli inizi degli anni '80 raggiunto il grado di Tenente 
            Colonnello è passato in forza alla Brigata Alpina "Cadore" 
            assumento l'incarico di vice-comandante del Btg. Logistico "Cadore", 
            quindi, quale appassionato di tiro a segno, è stato comandante 
            del poligono militare di tiro a segno a Belluno e comandante della 
            squadra di rappresentanza della Brigata "Cadore" con la 
            quale ha partecipato per molti anni a gare nazionali di tiro a segno, 
            sia promosse fra i vari comandi militari, sia organizzate dalle varie 
            Sezioni di Tiro a Segno, sia organizzate dalle Sezioni A.N.A., ottenendo 
            sempre ottimi risultati personali e di squadra. Per molti anni, fra 
            la fine degli anni '80 e metà degli anni '90, non ha mancato 
            un appuntamento nella nostra zona, accogliendo sempre con entusiasmo 
            il nostro invito alle gare di tiro a segno che si sono svolte localmente. 
            Di animo aperto, da vero "alpino" o "artigliere da 
            montagna" ancora oggi mantiene con noi un bellissimo legame di 
            amicizia nel ricordo dei "bei tempi che furono". 
       
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