alpini del territorio bolognese romagnolo

il Capitano medico Umberto Jacchini....

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° gennaio 2020

Rileggendo e catalogando gli oltre 6.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, ho ritrovato anche quello di Umberto Jacchini, del quale conoscevo che era stato Capitano medico negli alpini combattente e reduce nella seconda guerra mondiale, poi per scelta, impegnato anche nella guerra di liberazione, di cui desidero proporre la figura, come ho fatto per altri soci nel rispetto delle singole scelte, rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

 


fotografia non inserita
per rispetto delle
volontà testamentarie

Umberto Jacchini nasce il 23 aprile 1906 a Castel Bolognese (Ravenna) residente nella Frazione di San Petronio in via Garavini 5.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Chiamato alla visita di leva il 4 ottobre 1925 e dichiarato abile arruolato è lasciato in congedo in quanto studente universitario. Chiamato alle armi l’8 aprile 1926 viene ammesso a ritardare il servizio quale studente universitario. Chiamato annualmente al controllo della posizione di leva quale studente, gli viene concesso ed ammesso alla continuazione del ritardo del servizio dal 26 aprile 1927 e rinnovato ogni anni fino al 12 aprile 1931.

Laureato il 4 luglio 1931 in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna, il 5 gennaio 1932 viene chiamato a compiere la ferma ed il 22 gennaio chiamato effettivo alle armi è inviato quale allievo ufficiale medico di complemento nella Scuola di Applicazione di Sanità Militare a Firenze. Promosso a fine corso Sottotenente medico, viene assegnato per il servizio di prima nomina di sei mesi all’ospedale militare di Bologna, quindi collocato in congedo. Nel 1933 si trasferisce ad Imola (Bologna), dove apre uno studio medico.

Si arruola nella M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) e con il grado di Capo Manipolo medico (Tenente medico n.d.r.) nell’ottobre 1935 parte volontario per la campagna militare in Etiopia ed è assegnato al XV Btg. Indigeni Eritreo. Dal 10 novembre 1936 al 31 gennaio 1937 svolge con particolare coraggio e perizia le funzioni di ufficiale medico e gli viene conferita la croce di guerra al valor militare. Rientrato in patria nel marzo 1937 riprende la professione di medico. Ai primi di giugno viene richiamato alle armi per istruzione dal Regio Esercito e, promosso Tenente medico dell’Esercito, viene assegnato come al 9° Rgt. Alpini dove rimane per circa 60 giorni, partecipando fra l’altro al “campo estivo”.

Rientrato ad Imola ed ovviamente contattato, si iscrive alla Sottosezione imolese. Questo viene confermato anche dalla notizia che compare su L’ALPINO del 15 marzo 1938 dove nella Rubrica NOMINE E PROMOZIONI la Sottosezione da notizia che il socio Ten. Jacchini dott. Umberto…..

Nell'aprile 1939 è nuovamente richiamato alle armi come Tenente medico ed assegnato nuovamente al 9° Rgt. Alpini della Divisione Alpina “Julia” in partenza via mare dal 16 aprile per l’occupazione dell'Albania.

Con l'attacco dell'Italia alla Grecia del 28 ottobre 1940, il mese successivo mette subito in luce le sue qualità ed è decorato di croce di guerra con la seguente motivazione : "Comandante di una Sezione di Sanità in un Reggimento Alpini, per più giorni ed in difficile situazione, dava costante prova di capacità, elevato senso del dovere e coraggio personale" Epiro (fronte greco), 28 ottobre-14 novembre 1940.

Nel marzo 1942 rientra in Italia per rimpatrio della Divisione, che ha ricevuto l’ordine di approntarsi per il fronte russo. Alla fine di luglio 1942, ora è Capitano medico, è assegnato quale comandante al 630° ospedale da campo della divisione alpina “Julia” in partenza per il fronte russo. Durante la tragica ritirata nel gennaio 1943 per il suo coraggioso comportamento viene decorato di una seconda croce di guerra così motivata : "Ufficiale medico di provato valore, in una durissima marcia protrattasi per più giorni attraverso la steppa gelata, benché fosse in condizioni fisiche minorate per un principio di congelamento, si prodigava costantemente per curare e rincuorare feriti e congelati. Trovatasi la colonna impegnata in apro combattimento, partecipava egli stesso ad un contrattacco". Zimerew-Zeerenkow (fronte russo), 18 gennaio 1943.
Rientrato in Italia nel marzo 1943 fra i pochi superstiti e dopo la prescritta “licenza di rimpatrio di trenta giorni” è “comandato” quale Capitano medico presso l'ospedale militare di Udine.

A seguito degli eventi politici legati all’8 settembre 1943 e con lo sbandamento generale (anche di certi ex valori…n.d.r.) riesce a rientrare ad Imola dove prende da subito contatto con il movimento della resistenza aggregandosi prima alla 66ª brigata Jacchia Garibaldi che opera nella zona fra Monterenzio e Montecalderaro e successivamente dal 7 agosto 1944 entra a far parte del servizio sanitario della 36ª brigata Bianconcini Garibaldi. Dopo la battaglia dal 9 al 14 agosto contro i tedeschi che si volge in località Monte Bastia, fra Palazzuolo sul Senio e Firenzuola, in previsione del trasferimento della brigata in luogo più sicuro, insieme al giovane Caporale alpino e studente di medicina Giovanni Battista “Gianni” Palmieri (poi Medaglia d'Oro) trasportano i feriti più gravi presso il parroco di Rapezzo, piccola frazione del comune di Firenzuola nell’Appennino tosco-romagnolo. Prende poi parte ai combattimenti di Borgo Tossignano, nella Valle del Santerno del 22 febbraio 1945 dove rimane ferito. Nonostante alcuni inviti non si iscrive più al rinato, dal 1964, Gruppo di Imola. Deceduto a Imola il 5 gennaio 1997. Per volontà testamentarie tutto il suo archivio fotografico viene distrutto e anche nella sua tomba non vi è la fotografia.