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          curiosità varie sugli alpini bolognesi romagnolii rifugi intitolati ai nostri 
            alpini  
            di Giuseppe Martelli  pubblicato il 15 luglio 2005   
          Forse 
            non tutti sanno che fra i numerosissimi rifugi di montagna, ve ne 
            sono alcuni dedicati ad alpini del nostro territorio. Quindi anche 
            fra i bolognesi romagnoli vi sono state figure che hanno meritato 
            l’intitolazione di rifugi in alta montagna che ritengo giusto ricordarle, 
            in onore al nostro motto “per non dimenticare”.
 
  
           IL 
            RIFUGIO “ITALO LUNELLI”chi 
            era Italo Lunelli? 
          Pur 
            non essendo nativo della nostra zona, ma adottato per matrimonio e 
            residenza, ha comunque un forte legame con la Sezione bolognese 
            romagnola. Egli ne è stato infatti Presidente dal 1951 al 1952.   
          
             
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  Italo Lunelli nel 1916. |   
          
            Italo 
              Lunelli era nato come suddito austriaco a Trento il 6 dicembre 1891. 
              Qui vive la giovinezza e vi compie gli studi proseguiti poi all’università 
              di Roma nella facoltà di Lettere. Valente alpinista e rocciatore, 
              ma anche fervente irredentista, allo scoppio della Grande Guerra passa 
              clandestinamente il confine per arruolarsi volontario nell’esercito 
              italiano, pur consapevole di essere dichiarato disertore con il rischio 
              della pena di morte in caso di cattura. Con il nome di guerra  Raffaele Da 
              Basso, il 27 maggio 1915 viene assegnato al 7° Reggimento Alpini poi 
              dal 6 luglio al 5° Alpini e per il suo titolo di studio inviato al 
              corso per ufficiali. Nominato aspirante ufficiale nel gennaio 1916 
              rientra al 7° Alpini e poco dopo viene incaricato di formare un plotone 
              di rocciatori scelti e predisporre un’azione di riconquista del Passo 
              della Sentinella in Val Pusteria, importantissimo punto strategico 
              per il dominio della vallata. Dopo due mesi di preparazione, il 16 
              aprile riesce, superando notevolissime difficoltà tecniche ed ambientali, 
              a piombare di sorpresa sul Pianoro del Dito sovrastante il Passo della 
              Sentinella, dove il presidio austriaco è costretto alla resa. Per 
              tale brillante importantissima azione viene decorato di medaglia d'argento con decreto del 16 novembre poi commutata  in medaglia d’oro 
              al valore militare nel 1925. Promosso Tenente nel marzo 1917, ancora una volta 
              si distingue per il suo coraggio in battaglia a Monte Fontanel sul 
              Grappa e viene decorato di medaglia d’argento. Nel luglio 1918 chiede 
              e passa al 52° Reparto d’Assalto Alpini con il quale combatte fino 
              alla conclusione della guerra meritando ancora un encomio solenne 
              ed una croce al valore militare. Congedato nell’agosto 1919 riprende 
              gli studi all’università di Roma, interrotti nuovamente per aderire 
              e partecipare all’impresa comandata da Gabriele D’Amnnunzio che occupa 
              la città di Fiume. Conclusa questa impresa dimostrativa ritorna a 
              Roma dove finalmente nel 1922 si laurea in lettere e qui conosce la 
              studentessa Luisa Maccaferri di Bologna con la quale si fidanza.    
              
                |  copia del suo Stato di Servizio |   
          
             
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                  Il 
                    Maggiore Italo Lunelli nel 
                    giugno 1940 sul fronte francese.
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          Rientrato 
            a Trento, ora italiana, viene assunto quale responsabile della biblioteca 
            comunale frequentando contemporaneamente anche l’università di Bologna 
            nella facoltà di Giurisprudenza dove nel 1930 ottiene la laurea di 
            avvocato. Eletto nel 1924 deputato al Parlamento, riconfermato fino 
            al 1940, alterna la sua attività professionale fra Trento ed il suo 
            studio di avvocato a Bologna, oltre a quello parlamentare nella capitale 
            dove nel 1932 sposa la fidanzata Luisa Maccaferri. Con l’entrata in 
            guerra dell’Italia nel giugno 1940, ancora una volta parte volontario 
            e con il grado di Maggiore viene assegnato all’11° Reggimento Alpini 
            e prende parte ai combattimenti sul fronte francese. Riparte poi con 
            il 6° Alpini ed il grado di Tenente Colonnello per il fronte greco- 
            albanese, dal quale, nel marzo 1942 per insorti problemi di salute, 
            ha contratto il tifo, viene rimpatriato. Trascorre quindi la convalescenza 
            con la famiglia che ora risiede ad Ozzano dell’Emilia, un paese a 
            pochi chilometri a sud di Bologna, dove la famiglia della moglie possiede 
            una bella villa. Con la conclusione della guerra riprende la residenza 
            a Bologna e riapre il suo studio di avvocato, iniziando a frequentare 
            ed iscrivendosi alla ricostituita Sezione bolognese romagnola 
            della quale dal 1951 al 1952 ne viene eletto presidente. Per le difficoltà 
            di lavoro nel capoluogo come avvocato, nel 1954 accetta la consulenza 
            legale di una società di proprietà di un ex commilitone della Grande 
            Guerra, con sede a Roma dove, colto da malore, il 25 settembre 1960 
            muore. Viene sepolto con tutti gli onori nel cimitero del Verrano 
            nel reparto dedicato alle Medaglie d’Oro al valor militare.  
               Il 
            Rifugio M.O. Italo Lunelli  
          Sulla 
            statale che da Santo Stefano di Cadore porta a passo Monte Croce Comelico, 
            dal paese di Padola inizia la Val Grande percorsa da una rotabile 
            che porta in località Selvapiana a metri 1.500. Qui si trova il Rifugio 
            gestito dalla famiglia di Guido Bepi Martini, una storica capanna 
            punto di partenza utilizzato fra le due guerre da cacciatori e da 
            contrabbandieri e conosciuto come il Rifugio Selvapiana. Preso in 
            gestione dal Martini, ricostruito e trasformato a fini turistici, 
            un giorno dei primi anni ’50 vi giunge un solitario visitatore. Forte 
            della conoscenza del luogo, dal quale verso nord si erge il panorama 
            di Cima 11, Passo della Sentinella, il gestore inizia a raccontare 
            le vicende di quella lontana mitica impresa indicando anche i nomi 
            di quegli audaci alpini. Al termine del racconto, l’anonimo visitatore 
            si presenta: io sono Italo Lunelli. Ha inizio così un’amicizia che 
            porterà all’idea dell’intitolazione e la trasformazione delle sue 
            sale in un piccolo ma interessante museo dedicato all’eroe. Negli 
            anni successivi al primo incontro, lassù si ritrovavano con annuale 
            appuntamento, i reduci del reparto “scalatori di crode” e della “compagnia 
            volontari alpini” e con loro, il comandante di plotone Italo Lunelli. 
            Con la sua improvvisa morte avvenuta nel 1960 a Roma, nasce in Bepi 
            l’idea di onorarne il ricordo e l’eroica figura e, chiesta autorizzazione 
            alla vedova, l’anno successivo con semplice ma suggestiva cerimonia 
            viene inaugurata la grande scritta sulla facciata:  
           
            
               
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                      Italo 
                        Lunelli nel luglio 1959 parla davanti al Rifugio che 
                        porta ancora il nome “Selvapiana”.
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Il 
                    Rifugio M.O. Italo Lunelli |  aggiornamenti 
              inseriti il 15 novembre 2005 
             
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                  Il 
                    23 giugno 2002 la Sezione, coinvolgendo i propri Gruppi, 
                    ha 
                    organizzato un "pellegrinaggio" al Rifugio per
 rendere 
                    omaggio 
                  all'illustre socio. Qui il momento dell'alza bandiera.
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                  La 
                    cerimonia di deposizione della corona. Sulla sinistra, in 
                    abito scuro 
                    e camicetta chiara, la figlia di Italo Lunelli,
 Edda, giunta 
                    appositamente 
                    da Roma dove risiede, per
 presenziare alla cerimonia.
 |  Per 
            dovere di cronaca, a Italo Lunelli è anche intitolata la sezione Alpini 
            all’estero di Ottawa in Canada. altre 
            notizie su Italo Lunelli al link – i 
            Presidenti – ed al link – 
             Edgardo Rossaro       
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