storia del territorio bolognese romagnolo

l'alpino ad honorem Augusto Majani (NASICA)

di
Giuseppe Martelli

aggiornata il 1° aprile 2018

 

Sfogliando per l'ennesima volta il giornale L'ALPINO (del periodo 1920-1943) per vedere se vi sono ancora notizie e curiosità così lontane nel tempo che mi sono sfuggite, ho "riscoperto" che fra i vari collaboratori del giornale abbiamo avuto l'onore di ospitare, con lo pseudonimo di NASICA (1), il famoso pittore, illustratore, caricaturista, cartellonista, ecc. Augusto Majani (in arte Nasica) del quale propongo una concisa biografia (per chi vuole approfondire, sul web ve ne sono numerose e più approfondite), completando la pagina con alcuni dei più rappresentativi disegni che ho ritrovato pubblicati nella primavera del 1933 in preparazione alla prima adunata nazionale alpini che Bologna si appresta ad ospitare nei giorni 8 e 9 aprile. Per questo suo inaspettato "legame" con gli alpini l'ho definito e me ne assumo la "responsabilità" : alpino ad honorem.

 


uno spiritoso autoritratto

una sua rara fotografia

Augusto Majani nasce il 30 gennaio 1867 a Budrio, allora paesotto agricolo della bassa pianura bolognese. Dopo gli obblighi scolastici, nel 1883 si iscrive e frequenta l'Accademia di belle arti a Bologna.
Soldato di leva chiamato alle armi nel 1887 viene lasciato in congedo.
Dal 1889 al 1894 si trasferisce a Roma per completare gli studi presso quell'Accademia ma colpito da febbre malarica deve suo malgrado rientrare a Budrio. Le sue opere pittoriche cominciano ad essere apprezzate ed iniziano le prime commesse di lavoro. A Budrio ad esempio, gli viene commissionata una pala d'altare per la chiesa dei Cappuccini "La Sacra Famiglia con San Francesco d'Assisi". Nel 1896 viene invitato a partecipare alla Mostra dell'arte dei fiori di Firenze e accolto con favore dai critici, l'anno seguente viene invitato ad esporre anche alla Biennale di Venezia dove partecipa per oltre vent'anni. Fra le Mostre più prestigiose dove viene sempre inviato, vi sono La Mostra internazionale di Bruxelles, l'Esposizione nazionale di Torino, la Triennale di Milano, ecc.

Ma questa sua atività pittorica non gli consente di aiutare economicamente i genitori in momentanea difficoltà, è quindi costretto a cercare un lavoro fisso che trova nel 1898 come giornalista al quotidiano bolognese Il Resto del carlino. Abbandona così momentaneamente la pittura per dedicarsi alle illustrazioni per giornali e riviste che firma con lo pseudonimo di Nasica. In questa nuova veste inizia anche a collaborare con Case Editrici come grafico, pubblicista, illustratore e caricaturista. Collabora con vignette umoristiche all'almanacco Il Natale de la lira e con i settimanali Italia ride e Bologna che dorme. Elabora anche numerosi cartelloni teatrali, copertine di libri e sue sono molte immagini di réclame per note ditte bolognesi.


una delle copertine
dedicate alla "sua" Bologna

una delle copertine
dedicate alla "sua" Bologna

Nel triennio dal 1904 al 1906 si dedica anche alla politica come consigliere comunale a Budrio del Partito Socialista.

Nel 1905 ottiene la cattedra di disegno di figura cui segue la cattedra di pittura all'Accademia di belle arti di Bologna, lascia quindi la redazione del giornale Il Resto del carlino continuando comunque a svolgere le varie attività di grafico, letterato, pittore, illustratore, ecc. Nello stesso anno si sposa con la fidanzata pittrice e modella Olga Lugaresi di Budrio e vanno a abitare a Bologna in via Murri 11.


copertina di un quaderno di
lettura dedicato ai "ragazzi del
'99, con l'Italia rappresentata da
una prosperosa mamma che allatta
una schiera di bambini già in divisa
"pronti a partir per il carsico pendio"

Dal 1914 al 1943 è anche docente di storia del costume alla Scuola professionale femminile Regina Margherita di Bologna.

Nel 1915 con l'entrata in guerra dell'Italia ed esonerato dalla chiamata alle armi (ha 48 anni), prosegue con le sue molteplici attività letterarie e di docente all'Accademia di belle arti dove ha fra gli allievi i più bei nomi degli emergenti nuovi artisti fra i quali Giorgio Morandi.

Nel 1937 lascia l'Accademia in quanto ha ottenuto il pensionamento, mantiere però ancora per qualche anno la cattedra alla Scuola professionale femminile, trasferendo poi la residenza della famiglia nella vicina cittadina pre-collinare di Casalecchio di Reno e qui vive il drammatico periodo della guerra.

Con il ritorno della pace decide di lasciare tutto e tutti e trasferirsi nella cittadina friulana di Suttrio a pochi chilometri da Udine, presso la residenza della figlia Franca sposa del facoltoso proprietario terriero Conte Gianfranco d'Attimis Maniago.
Nel 1947, per i suoi ottant'anni viene organizzata presso il Circolo Artistico di Bologna una grande mostra dei suoi quadri seguìta nel 1950 da un'altra, ma dedicata ai disegni e alle caricature.

Vive questi anni in serena tranquillità fra i numerosi ricordi e pubblica il suo ultimo libro, un'autobiografia dal titolo, Ricordi fra due secoli. Memorie illustrate di un caricaturista bolognese.

Questa serenità viene funestata dal terribile dolore per la perdita il 29 novembre 1958 dell'amata moglie Olga. A poco più di un mese, il suo cuore cede e muore l'8 gennaio 1959.
Due anni dopo, per suo volere testamentario, la figlia Franca riesce a traslare entrambi per esssere sepolti, coppia inseparabile, nel famedio storico del cimitero a Budrio.

A Budrio in più occasioni negli anni sono proposte, quando l'artista era ancora vivente e poi postume, periodiche belle mostre dedicate all'illustre concittadino ed a lui è stata intitolata anche la Biblioteca comunale.
A Bologna è stata intitolata una via e una targa ricordo nella casa in via Murri 11 dove abitò dal 1905 al 1937. Più recentemente ed ultima in ordine di tempo, nel gennaio-marzo 2017 presso l'Archiginnasio di Bologna era stata allestita una grande mostra di libri, periodici e giornali, cartoline, manifesti e locandine, ecc. e nella presentazione viene così ricordato : uno dei più grandi, ma anche dei meno conosciuti, tra gli artisti e gli illustratori italiani vissuti a cavallo tra Otto e Novecento.


(1) NASICA non dal naso, che pure era prominente, ma da quel Scipione Nasica console romano, vincitore dei Galli Boi e fondatore di Castrum Nasicae, l'odierna Castenaso, a due passi da Budrio.


Il suo rapporto con gli alpini è stata una piacevole inaspettata "riscoperta", rapporto dettato sicuramente dall'ammirazione che lo coinvolge tanto da mettere a disposizione del nostro giornale L'ALPINO il propio talento poetico e di sagace illustratore, con gustose vignette e "settenari" pubblicati in particolare nei mesi antecedenti ed in preparazione all'adunata nazionale alpini che Bologna ospita nei giorni 8 e 9 aprile 1933.

 

Qui sotto sono riprodotti alcuni dei suoi più gustosi e rappresentativi disegni dedicati agli alpini:



"rivisitazione" del monumento ai caduti nella battaglia dell'8 agosto
1848 con la quale i bolognesi cacciarono gli austriaci dalla città.

"Fontana del Nettuno" opera del Gianbologna, altro significativo
simbolo della città, oltre alle caratteristiche due torri.


gustova vignetta con i simboli di Bologna; lo scudo con
"Libertas" ed il leone che ha in testa il cappello alpino.

altra simpatica vignetta dove mette in risalto "lo scarpone" termine
in uso allora per definire : alpino = scarpone.


il settenario dedicato alle "bellezze di Bologna" che gli
alpini troveranno per essere ammirati nel loro soggiorno
per l'adunata nazionale.

 

 


 

 


aggiornamento inserito il 1° aprile 2018

In occasione delle celebrazioni per il trentennale di fondazione della Sezione (costituita sabato 18 novembre 1922), viene pubblicato un opuscolo di grande formato dove trovano spazio numerosi messaggi di saluto, adesioni di varie personalità militari, associative e della cultura, oltre ad articoli e memorie di soci.

Fra le varie personalità della cultura aderisce anche il Prof. Augusto Majani, riproponendo la sua filastrocca dedicata all'Adunata Nazionale Alpini a Bologna del 1933 (qui sopra nella versione "storica" del 1933), mentre sotto è riprodotta quella pubblicata sull'opuscolo del dicembre 1952. Questo conferma la sua inalterata vicinanza ed ammirazione verso gli alpini bolognesi romagnoli.