archivio Giuseppe Martelli
dedicato agli alpini in armi e in congedo

Rifugi e Bivacchi di montagna intitolati agli alpini

 

Rifugio Bivacco Piva Armando

Il Rifugio Bivacco intitolato ad Armando Piva è situato a quota 2216 metri in località Cadina di Cima Vallona nel comune di San Nicolò di Comelico, Belluno. E' stato realizzato nel 1974, dispone di 12 posti letto ed è di proprietà della sezione C.A.I. Val Comelico.

 

Armando Piva, alpino in forza al Btg. "Val Cismon" del 7° Rgt. alpini, era nato a Pederobba, Treviso, il 2 dicembre 1945 e residente aValdobbiadene nella frazione di Bigolino. Con incarico di radiofonista era componente della pattuglia che fu oggetto del tremento fatto il 25 giugno 1967 nel contesto di azioni terroristiche di gruppi che rivendicano l'appartenenza dell'Alto Adige al Sud-Tirolo Austria:
"Prima a giungere nella zona dell'insidia è una pattuglia di alpini del Battaglione "Val Cismon" al comando di un capitano, a cui si è unito il tenente della Guardia di Finanza che ha giurisdizione nella zona. Era stata udita, nella notte, una violenta esplosione verso il passo di Cima Vallona e si presumeva fosse stato fatto saltare, come altra volta era accaduto, un traliccio dell'alta tensione. La pattuglia, raggiunta la zona del Passo, muove con circospezione attorno al traliccio che era stato effettivamente divelto, marciano in fila, un passo dietro l'altro. In testa l'ufficiale degli alpini (capitano Alamari) ed il tenente di Finanza (Marinetti) seguiti dall'alpino Piva Armando e dagli altri. Improvvisamente uno scoppio ed il Piva è sbalzato sanguinante fuori dalla fila. Gli altri: indenni. Allarme generale. Il Comandante del IV C:A: invia immediatamente sul posto con un elicottero, personale specializzato antisabotaggio. Per tutta la mattinata si gira attorno alla zona del crimine alla ricerca di altre possibili insidie; da Santo Stefano arriva il comandante del Btg. "Val Cismon" Ten. Col. Costanzo Salvatore con altri alpini e la zona è ancora ripetutamente calpestata, percorsa e ripercorsa senza rivelare ulteriori insidie. Alle 15 il gruppo degli antisabotaggio al comando del capitano Gentile, ridiscende a piedi verso il fondovalle seguendo a distanza gli altri gruppi che già si erano incamminati; viene oltrepassato il punto ove era caduto l'alpino Piva e, 300 metri più a valle, la tragedia. Una violenta esplosione investe l'intero gruppo di sei uomini. Uno solo di essi è indenne, un'altro è ferito gravemente: il sergente maggiore paracadutista Marcello Fagnani; gli altri dilaniati, maciullati. Una vera roulette russa; un destino inesorabilmente segnato".
Con decreto presidenziale del 14 agosto 1967 — pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 275 del 3 novembre — è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria dello sventurato alpino Armando Piva, nato il 2 dicembre 1945 a Pederobba (Treviso), alpino del Battaglione «Val Cismon», matricola 37050, caduto a seguito dell’attentato a Cima Vallona il 25 giugno di quest’anno. Ecco la motivazione: «Alpino radiofonista si offriva volontario per una rischiosa azione di rastrellamento, conseguente ad un attentato dinamitardo verificatosi nel la zona di Cima Vallona. Nel corso dell’operazione veniva ferito mortalmente da un ordigno esplosivo precollocato sul terreno. Sereno e forte nel dolore, decedeva dopo oltre 12 ore di agonia, esempio fulgido di attaccamento al dovere e di spirito di sacrificio, per tutti gli alpini delle giovani generazioni. Cima Vallona (Alto Comelico), 25 giugno 1967».