alpini del territorio bolognese romagnolo

il Colonnello Carlo Scaglia

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° dicembre 2005

 

Nel corso delle ricerche sul nostro passato, inaspettatamente ricco di eventi, un altro tassello è emerso che merita di ritrovare degna memoria. Il Gruppo di Modigliana ha avuto il piacere di apprendere che fra i propri concittadini annovera un Colonnello degli Alpini pluridecorato al valore militare, già Capo di Stato Maggiore del Corpo d’Armata Alpino in Russia. E’ il colonnello CARLO SCAGLIA.

 

Carlo Scaglia era nato a Modigliana in provincia di Forlì (oggi Forli-Cesena) il 17 novembre 1895 dove trascorre i primi anni della sua giovinezza. Studente universitario lascia gli studi nel 1914 e si arruola volontario quale allievo ufficiale nel 4° Reggimento alpini dove consegue il grado di Sottotenente di complemento. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915 viene assegnato al battaglione alpini speciale “Bes” comandato dal Colonnello Celestino Bes. Pochi mesi dopo, promosso al grado di Tenente, durante l’offensiva sul Rombon e sul Cukla, nel perido dal 28 agosto al 9 novembre 1915, per il suo brillante comportamento viene decorato di una prima medaglia d’argento al valore militare.Trasferito su domanda nel servizio permanente effettivo è promosso al grado di Tenente in s.p.e. nel 1916 ed assegnato al battaglione “Pinerolo” del 3° alpini. Il Tenente Scaglia combatte in Carnia, in Val Resia, sul Grappa, Cima Presena, Monticelli e nella battaglia di Vittorio Veneto. Conclusa la guerra si trasferisce per ragioni di servizio a Torino dove, rimanendo sempre in forza al 3° alpini, completa gli studi universitari laureandosi in giurisprudenza. Il 21 novembre 1923 a Torino contrae matrimonio con Augusta Marchesini. L’anno successivo passa al battaglione “Edolo” del 6° alpini e dal 1925 al Comando del reggimento a Bressanone dove fra l’altro realizza una apprezzata guida della Val Pusteria, monografia molto lodata dal Comando del Corpo di Stato Maggiore che ne ordina la pubblicazione. Promosso Capitano nel 1927 viene ammesso a frequentare il 57° corso della Scuola di Guerra ultimato nell’ottobre 1930. Fino al dicembre del 1931 è chiamato in esperimento per il servizio di Stato Maggiore presso il Comando della Divisione Militare di Asti, quindi ritorna nelle truppe alpine quale comandante di compagnia al battaglione “Dronero” del 2° alpini dove rimane fino al 1933.Trasferito nuovamente nel 1934 al Corpo di Stato Maggiore viene destinato al Comando della Divisione Militare “Po” a Piacenza quindi all’ufficio operazioni dello Stato Maggiore del Regio Esercito. Promosso Maggiore, assume nel biennio 1937-38 il comando del battaglione”Vestone” del 6° alpini. Nel gennaio 1939 parte volontario per la guerra di Spagna dove si offre per le imprese più difficili e rischiose meritando la seconda medaglia d’argento al valore militare sul campo, la medaglia di Isabella e vari ordini cavallereschi spagnoli, nonché la croce dell’aquila tedesca. Promosso Tenente Colonnello nel luglio 1939 rientra nel Corpo di Stato Maggiore del Comando Truppe Volontarie ed al termine delle operazioni nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa Militare Italiana in Spagna. Questo incarico era stato fino a quel momento retto da un altro romagnolo, il Colonnello Gastone Gambara di Imola, promosso Generale con credenziali di Ambasciatore, del quale ne diventa prezioso collaboratore. Richiamato in patria nel giugno 1940 partecipa alle operazioni sul fronte occidentale alpino con il XV Corpo d’Armata, comandato dal Generale Gambara, quindi, nominato Capo di Stato Maggiore del Corpo d’Armata di Manovra parte per il fronte in Africa settentrionale. Durante i combattimenti in Libia si distingue ancora una volta per il coraggio e viene decorato sul campo di una terza medaglia d’argento al valore militare.

Nell’estate del 1941 è a disposizione del Comando Superiore delle Forze Armate in Africa quindi Delegato Intendente di Bengasi. Nel giugno 1942 rimpatriato, viene destinato al Comando Difesa Territoriale di Alessandria e promosso al grado di Colonnello, rientra nuovamente nelle truppe alpine assegnato al Comando del Corpo d’Armata Alpino che raggiunge in Russia nel mese di ottobre. Durante il tragico ripiegamento dal Don affronta con indomito valore i continui attacchi del nemico e nell’ennesimo combattimento del 21 gennaio 1943 a Krawzowka cade colpito a morte. Alla memoria del valoroso ufficiale viene decretata la quarta medaglia d’argento al valore militare così motivata:

Il drammatico ripiegamento delle truppe alpine sul fronte
russo nell’inverno del 1943 dal quale anche il Colonnello
Carlo Scaglia non fece ritorno.

“Ufficiale del comando di una grande unità alpina, in due giornate di aspri combattimenti contro forze corazzate preponderanti, dava ripetute prove di coraggio e sprezzo del pericolo, dirigendo efficacemente la difesa di un importante settore di retrovia e animando con l’esempio e la parola i suoi dipendenti. Durante un difficile, estenuante e rischioso ripiegamento, era di costante esempio a tutti per l’instancabile tenacia e ardimentoso comportamento. Esausto per le fatiche e per il freddo, con pochi superstiti armati di solo moschetto e bombe a mano, attaccato da forze soverchianti, si difendeva strenuamente, rincuorando i suoi alpini alla resistenza ad oltranza. Nell’impari lotta cadeva mortalmente ferito”.

 

Su “L’ALPINO” del 1° giugno 1943 compare nella rubrica “Nel Paradiso di Cantore” che ricorda i caduti sul fronte russo, la fotografia del Colonnello Carlo Scaglia ed un breve ricordo redatto dal Generale Alfredo Cantoni già suo comandante nel periodo al 6° alpini, che invia anche affettuosa partecipazione alla vedova ed ai tre figli.

 


(estratto dal mio articolo pubblicato sul giornale della Sezione bolognese romagnola CANTA CHE TI PASSA n° 3 maggio 1999)