Rileggendo e catalogando gli oltre 6.000 ruoli matricolari ritrovati nelle  continue ricerche dedicate al nostro territorio, ho ritrovato anche quello di Umberto Jacchini,  del quale conoscevo che era stato  Capitano medico negli alpini combattente e reduce nella seconda guerra mondiale,    poi  per scelta, impegnato anche nella guerra di liberazione, di cui desidero proporre la figura, come ho fatto per altri soci nel rispetto delle singole scelte, rinnovandone il ricordo  “per non dimenticare”. 
                   
                  
                    
                      |  fotografia non inserita per rispetto delle
 volontà testamentarie
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                  Umberto  Jacchini nasce il 23 aprile 1906 a Castel Bolognese (Ravenna) residente nella  Frazione di San Petronio in via Garavini 5.
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato  alla visita di leva il 4 ottobre 1925 e dichiarato abile arruolato è lasciato  in congedo in quanto studente universitario. Chiamato alle armi l’8 aprile 1926 viene ammesso a ritardare il  servizio quale studente universitario. Chiamato annualmente al controllo  della posizione di leva quale studente, gli  viene  concesso ed ammesso alla continuazione del ritardo del servizio dal 26 aprile 1927 e rinnovato ogni anni fino al 12 aprile 1931. 
                  Laureato il 4 luglio 1931 in Medicina e Chirurgia all’Università di  Bologna, il 5 gennaio 1932 viene chiamato a compiere la ferma ed il 22 gennaio  chiamato effettivo alle armi è inviato quale allievo ufficiale medico di  complemento nella Scuola di Applicazione di Sanità Militare a Firenze. Promosso  a fine corso Sottotenente medico, viene assegnato per il servizio di prima  nomina di sei mesi all’ospedale militare di Bologna, quindi collocato in  congedo. Nel 1933 si trasferisce ad Imola (Bologna), dove apre uno studio  medico. 
                  Si arruola nella M.V.S.N.  (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) e con il grado di Capo Manipolo medico  (Tenente medico n.d.r.) nell’ottobre 1935 parte volontario per la campagna militare in  Etiopia ed è assegnato al XV Btg. Indigeni Eritreo. Dal 10 novembre 1936 al 31  gennaio 1937 svolge con particolare coraggio e perizia le funzioni di ufficiale  medico e gli viene conferita la croce di guerra al valor militare. Rientrato in  patria nel marzo 1937 riprende la professione di medico. Ai primi di giugno  viene richiamato alle armi per istruzione dal Regio Esercito e, promosso  Tenente medico dell’Esercito, viene assegnato come al 9° Rgt. Alpini dove  rimane per circa 60 giorni, partecipando fra l’altro al “campo estivo”.  
                  
                  Rientrato ad Imola ed ovviamente contattato, si iscrive alla Sottosezione  imolese. Questo viene confermato anche dalla notizia che compare su L’ALPINO  del 15 marzo 1938 dove nella Rubrica NOMINE E PROMOZIONI la Sottosezione da  notizia che il socio Ten. Jacchini dott. Umberto…..
                  Nell'aprile 1939 è nuovamente richiamato alle armi come Tenente medico  ed assegnato nuovamente al 9° Rgt. Alpini della Divisione Alpina “Julia” in  partenza via mare dal 16 aprile per l’occupazione dell'Albania. 
                  Con l'attacco dell'Italia alla Grecia del 28 ottobre 1940, il mese  successivo mette subito in luce le sue qualità ed è decorato di croce di guerra  con la seguente motivazione : "Comandante  di una Sezione di Sanità in un Reggimento Alpini, per più giorni ed in  difficile situazione, dava costante prova di capacità, elevato senso del dovere  e coraggio personale" Epiro (fronte greco), 28 ottobre-14 novembre  1940. 
                  Nel marzo 1942 rientra in Italia per rimpatrio della Divisione, che ha  ricevuto l’ordine di approntarsi per il  fronte russo. Alla fine di luglio 1942, ora è Capitano medico, è assegnato  quale comandante al 630° ospedale da campo della divisione alpina “Julia” in  partenza per il fronte russo. Durante la tragica ritirata nel gennaio 1943 per  il suo coraggioso comportamento viene decorato  di una seconda  croce di guerra così motivata : "Ufficiale  medico di provato valore, in una durissima marcia protrattasi per più giorni  attraverso la steppa gelata, benché fosse in condizioni fisiche minorate per un  principio di congelamento, si prodigava costantemente per curare e rincuorare  feriti e congelati. Trovatasi la colonna impegnata in apro combattimento,  partecipava egli stesso ad un contrattacco". Zimerew-Zeerenkow (fronte  russo), 18 gennaio 1943. 
                    Rientrato  in Italia nel marzo 1943 fra i pochi superstiti e dopo la  prescritta “licenza di rimpatrio di trenta giorni” è “comandato” quale Capitano  medico presso l'ospedale militare di Udine. 
                  A seguito degli eventi politici legati all’8 settembre 1943 e con lo  sbandamento generale (anche di certi ex valori…n.d.r.) riesce a rientrare ad Imola  dove prende da subito contatto con il movimento della resistenza aggregandosi  prima alla 66ª brigata Jacchia Garibaldi che opera nella zona fra Monterenzio e Montecalderaro e successivamente dal 7 agosto 1944  entra a far parte del servizio sanitario della 36ª brigata Bianconcini  Garibaldi. Dopo la battaglia dal 9  al 14 agosto contro i tedeschi che si volge in località Monte Bastia, fra Palazzuolo sul Senio e Firenzuola, in previsione del trasferimento  della brigata in luogo più sicuro, insieme al giovane Caporale alpino e  studente di medicina Giovanni Battista “Gianni” Palmieri (poi Medaglia d'Oro)  trasportano i feriti più gravi presso il parroco di Rapezzo, piccola frazione del  comune di Firenzuola nell’Appennino tosco-romagnolo. Prende poi parte ai  combattimenti di Borgo Tossignano, nella Valle del Santerno del 22 febbraio 1945  dove rimane ferito. Nonostante alcuni inviti non si iscrive più al rinato, dal 1964, Gruppo  di Imola. Deceduto a Imola il 5 gennaio 1997. Per volontà  testamentarie tutto il suo archivio fotografico viene distrutto e anche nella  sua tomba non vi è la fotografia.