MEDAGLIE d’ORO al Valor Militare della guerra 1915-1918
conferite a militari in servizio nelle Truppe Alpine all’atto del fatto d’armi
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 settembre 2005

Bucchi Novenio

nato nel 1895 a Cascia (Perugia)
Sergente
1° Reggimento Artiglieria da Montagna
163ª Batteria

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare – decorato vivente - :

Accorso dalla lontana America per offrire la sua ardente giovinezza alla Patria, prese parte alla guerra sempre in prima linea dando continue prove di valore, di disciplina esemplare e di altissimo spirito di sacrificio. Puntatore di un pezzo che in circostanze particolarmente difficile, sotto violento tiro nemico, era riuscito a piazzarsi sulle linee di fanteria, con mirabile fermezza e valore non esitava per due volte, in cui granate mal calibrate incepparono la bocca da fuoco, ad uscire dal riparo degli scudi ed infilare lo scovolo nella volata e tentare lo sgombero della culatta con ripetuti colpi sul proietto innescato. Nell’eseguire per la seconda volta la detta operazione, rimaneva ferito da pallottola al petto. Non ancora perfettamente guarito rinunciava alla licenza di convalescenza per rientrare alla sua batteria, ove rinnovò, in ripetute azioni, atti di valore e coraggio non comune. Durante la ritirata dall’Isonzo al Tagliamento volontariamente si offerse per prendere collegamento con la colonna autocarreggiata di munizioni rimasta in territorio già occupato dal nemico, riuscendo con somma audacia, coadiuvato da altro sottufficiale, ad incendiare gli autocarri. Più tardi lavorando in una galleria ricovero, causa lo scoppio accidentale di una mina, riportava ferite multiple e la perdita della vista. Chiudeva così dolorosamente il ciclo dei suoi atti di valore e di devozione al dovere, che quasi come un rito offriva giornalmente alla Patria.

Carso (quota 208 sud), 7 settembre 1916; zona di Gorizia, novembre 1916; Pieve di Monte Aperta, 28 ottobre 1917; Monte Grappa, 1° luglio 1918

Note biografiche:

Rimpatriato volontario dal Cile nel maggio 1916, si arruolava nel 1° reggimento artiglieria da montagna partecipando, poi, con la 63ª batteria someggiata alle operazioni di guerra. Caporale e puntatore scelto nel novembre successivo, riportava pochi giorni dopo su quota 208 del Carso la prima ferita. Rinunciando alla licenza di convalescenza, passava, nel novembre dello stesso anno, alla 163ª batteria da montagna dislocata sul San Marco. Sergente nel giugno 1918, durante la battaglia del Solstizio, nell’azione del 1° luglio sul Grappa, riportava con la seconda più grave ferita la perdita degli occhi. Promosso sottotenente di complemento d’artiglieria nel 1932 e capitano per meriti eccezionali nel 1938, era richiamato in servizio dal Ruolo di Onore nel maggio 1939 ed assegnato all’Associazione dell’Arma d’Artiglieria, divenuta poi Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia. Maggiore nel 1942, tenente colonnello nel 1952 e colonnello nel 1958. E’ deceduto a Roma il 5 luglio 1964.

Essendo stato decorato dopo il 1924, il suo nome non compare nel libro edito dal Gruppo Medaglie d’Oro nel 1925.
In alcune pubblicazioni viene indicato con il nome di Elvenio.

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Roma 1965)

(La M.O. Bucchi Novenio o Elvenio è deceduto a Roma il 5 luglio 1964)