MEDAGLIE d’ORO al Valor Militare
conferite a militari, già in servizio nelle Truppe Alpine, ma inquadrati
e combattenti in altre Armi o Corpi all’atto del fatto d’armi (dal 1896 al 1945)
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° ottobre 2005

Cattalocchino Alceo

nato nel 1863 a Terni (Perugia)
Colonnello in servizio permanente effettivo
Brigata “Belluno”
C.te 274° Reggimento Fanteria

già in servizio nelle Truppe Alpine quale:
Ten. Colonnello in servizio permanente effettivo
2° Reggimento Alpini
nel 1915

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare – alla memoria - :

Destinato al comando di una brigata, chiedeva ed otteneva di rimanere al comando del reggimento per una imminente azione, e, con perizia ed entusiasmo, preparava le sue truppe all’attacco della posizione nemica, contro la quale per tre giorni si erano invano sferrati tre precedenti attacchi. Dirigeva poi i suoi reparti contro la posizione stessa, e, poiché le prime ondate battute dall’intenso fuoco avversario di artiglieria e mitragliatrici non riuscivano a proseguire, accorreva con i rincalzi, e, postosi alla testa delle truppe, le trascinava all’assalto, raggiungendo l’obiettivo. Mentre già gli arrideva la vittoria, cadde colpito a morte.

Mesnjak, 27 agosto 1917

Note biografiche:

Di famiglia sarda nato a Terni mentre il padre era colà trovasi per guarigione, volle seguire la carriera militare. Entrò diciassettenne alla Scuola Militare di Modena e ne uscì sottotenente nel 33° reggimento Fanteria (brigata “Livorno”). Passò quindi negli Alpini divenendo capitano nel 3° reggimento, maggiore nell’8° e tenente colonnello nel 2°. Partì come colonnello per la guerra contro l’Austria comandando successivamente il 149° reggimento Fanteria (brigata “Trapani”) di nuova formazione, il 57° (brigata “Abruzzi”), il 157° (brigata “Liguria”) pure di nuova formazione. Combatté ad Oslavia, a Gorizia, sul Monte Zovetto, ecc. sempre distinguendosi come ufficiale intelligente e valoroso. Incaricato, formò il 274° reggimento Fanteria ma quando si trattava di condurlo alla prova del fuoco venne assegnato al comando di una brigata. Non volle lasciare i suoi battaglioni in giorno di combattimento e chiese ed ottenne di rimanere per quell’azione, nella quale alla testa dei suoi prodi fanti cadde da eroe.

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Torino 1925)