MEDAGLIE d’ORO al Valor Militare
conferite a militari, già in servizio nelle Truppe Alpine, ma inquadrati
e combattenti in altre Armi o Corpi all’atto del fatto d’armi (dal 1896 al 1945)
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° novembre 2005

Galimberti Tancredi

nato nel 1906 a Cuneo
Partigiano combattente
C.do Militare regionale piemontese

già in servizio nelle Truppe Alpine quale:
Sergente di complemento
2° Reggimento Alpini
Battaglione “Dronero”
nel 1939

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare – alla memoria - :

Instancabile nella cospirazione, fu tra i primi a impugnare le armi per difendere dal tradimento e dalla tirannia la libertà e il suolo della Patria. Con perizia pari all’entusiasmo, intorno a sé raccolse tra i monti del Cuneense un primo nucleo di combattenti, dal quale dovevano sorgere valorose divisioni partigiane. Alla testa di queste divisioni cadeva una volta ferito ma non abbandonava il posto di combattimento e di comando prima di avere assicurato le sorti dei suoi reparti. Non ancora guarito assumeva il comando di formazioni partigiane piemontesi, prodigandosi incurante di ogni rischio. Arrestato, fieramente riaffermava la sua fede nella vittoria del popolo italiano contro la nefanda oppressione tedesca e fascista. Poiché le atroci torture cui fu sottoposto non riuscirono a piegarlo, i suoi carnefici vilmente lo abbatterono. Altissimo esempio di virtù militari, politiche e civili.

Italia occupata, 2 dicembre 1944

Note biografiche:

Di carattere indipendente e virile, legato da profonda convinzione per tradizioni di famiglia alle idealità mazziniane, fu l’anima della resistenza nella valle del Cuneense contro i nazifascisti: Laureatosi in legge nell’Ateneo torinese nel 1926, dopo aver prestato servizio militare di leva nel 2° reggimento alpini, battaglione “Dronero”, esercitò la professione di avvocato penalista nei fori di Torino e di Cuneo, sotto la guida del padre avv. Tancredi il cui nome aveva larga risonanza anche politica come deputato, senatore del Regno e per essere stato più volte Ministro. Richiamato alle armi nel settembre 1939 per istruzione, fu congedato due mesi dopo con i galloni di sergente. Fu tra i primi animosi a promuovere in Cuneo il movimento clandestino di resistenza. L’armistizio dell’8 settembre 1943 significò per lui l’inizio della lotta attiva. Costituì con alcuni compagni nelle montagne intorno a Valdieri il primo nucleo di combattenti dal quale dovevano nascere le formazioni partigiane cuneensi “Giustizia e Libertà”. Col nome di battaglia “Duccio” fu comandante della prima banda “Italia libera” con la qualifica di tenente e dal 5 aprile 1944 fu a capo del “Comando Militare Regionale Piemontese” con la qualifica di tenente colonnello. Arrestato in Torino il 28 novembre 1944 e trasferito a Cuneo il 2 dicembre successivo nella caserma delle Brigate nere, fu brutalmente percosso, seviziato ed ucciso sul posto ed il cadavere abbandonato sul ciglio della strada statale 22, presso Cascina Mombasiglia. Dal Comitato di Liberazione Nazione per il Piemonte fu proclamato “Eroe nazionale” e citato all’ordine del giorno della guerra di liberazione. Il Governo francese gli concesse alla memoria la commenda della “Legion d’Onore” per il patto di collaborazione da lui concluso a Barcellonette coi rappresentanti del “Maquis” francese.

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Roma 1965)