MEDAGLIE d’ORO al Valore Militare della Guerra 1915–1918
conferite a militari in servizio nelle Truppe Alpine all’atto del fatto d’armi
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 settembre 2005

Garrone Giuseppe

nato nel 1886 a Vercelli
Capitano di complemento
8° Reggimento Alpini
Battaglione “Tolmezzo”
Comandante 6ª Compagnia

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare “alla memoria”:

Dopo il valoroso contegno in Colonia, non ostante la grave ferita colà riportata, domandò ed ottenne un posto d’onore sul fronte in Italia, dove combattendo con coraggio riuscì sempre d’esempio col suo fascino ai dipendenti. Rifiutandosi di raggiungere il tribunale di guerra, dove era stato destinato, per non abbandonare i suoi compagni di trincea, con questi, nel ripiegamento dell’esercito, facendo successive difese, si portò sul Monte or sacro all’Italia vittoriosa e quivi, combattendo strenuamente, ferito grave, conduceva la compagnia a successivi contrattacchi trattenendo l’avversario, finché esausto, rifiutando ancora di allontanarsi, veniva catturato e poco dopo esalava la sua nobile anima invocando la Patria, il Re, la famiglia, come nelle numerose e commoventi lettere dal fronte ad amici e parenti.

Carnia, 1916-1917 ; Col della Beretta, 14 dicembre 1917

Note biografiche:

Giovane studiosissimo, ottenne la licenza liceale d’onore e la laurea in leggi con lode. Entrato in magistratura, vi si fece apprezzare per il suo ingegno vivace e per la profonda cultura. Dopo essere stato per qualche tempo addetto alla Procura del Re del Tribunale di Torino, venne nel 1914 inviato in Tripolitania. Nel 1915 trovavasi a disimpegnare le sue mansioni di giudice a Tarhuna quando il presidio rimase assediato dai ribelli. Nel ripiegamento delle truppe su Tripoli il magistrato combatté eroicamente accanto ai soldati rimanendo ferito gravemente e meritando la croce di cavaliere dell’Ordine Cavalieri d’Italia. Nella guerra contro l’Austria volle essere soldato ed ottenne la nomina di sottotenente di Milizia Territoriale negli alpini nel quale Corpo volle sempre rimanere tra i combattenti. Col 1° reggimento rimase sempre come subalterno, ma colla promozione a capitano fu trasferito nel battaglione “Tolmezzo” dell’8° (1917) dove finalmente poté essere vicino al fratello Eugenio tenente nello stesso battaglione (anch’egli Medaglia d’Oro). Al comando della 6ª compagnia combatté eroicamente al Col della Beretta cadendo ucciso mentre il fratello nella stessa azione riportava gravissima ferita e rimaneva prigioniero morendo 27 giorni dopo lontano dalla Patria.

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Torino 1925)