MEDAGLIE d’ORO al Valore Militare della Guerra 1915–1918
conferite a militari in servizio nelle Truppe Alpine all’atto del fatto d’armi
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 18 settembre 2005

Montiglio Vittorio

nato nel 1903 a Valparaiso (Cile)
Tenente di complemento
7° Reggimento Alpini
Battaglione “Feltre”
Comandante plotone d’assalto del Battaglione

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare “decorato vivente”:

Nato nel lontano Cile, da famiglia italiana, educato ad alti sentimenti di amor patrio, l’animo conquiso dagli eroismi e dai sacrifici della nostra guerra, la cui eco giungeva a lui attraverso le lettere dei due fratelli volontari al fronte, quattordicenne appena lasciò la casa paterna e sprezzando pericoli e disagi venne nella sua Patria. Nascondendo colla prestanza del fisico la giovane età, si arruolava nell’Esercito, e, dopo ottenuta l’assegnazione ad un reparto territoriale, per sua insistenza, veniva trasferito ad un reparto alpini d’assalto, ciò che era nei suoi sogni e nelle giovanili speranze. Sottotenente a quindici anni, comandante gli arditi del battaglione “Feltre”, partecipò con alto valore ad azioni di guerra, rimanendo ferito. Di sua iniziativa abbandonava l’ospedale per partecipare alla grande battaglia dell’ottobre 1918, nella quale si distinse e fu proposto al valore. Tenente a sedici anni, fu inviato col reparto in Albania, dove, in importanti azioni contro i ribelli, rifulsero le sue doti d’iniziativa, non fiaccate dalle febbri malariche dalle quali venne colpito. Nella stessa località,nelle insidiosi correnti del Drin, dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica figura di fanciullo soldato, alto esempio ai giovani di che cosa possa l’amore alla propria terra.

Italia-Albania, giugno 1917-giugno 1920

Note biografiche:

Educato nella natia Valparaiso al culto della Patria dal padre piemontese (di Casorzo Monferrato, Asti) e dalla madre sarda, entusiasmato della guerra contro l’Austria di cui aveva frequenti notizie dai suoi due valorosi fratelli rimpatriati e combattenti (capitano Giovanni e tenente Umberto) s’imbarcò di nascosto per Genova ove giunse dopo 53 giorni di navigazione tra l’insidia dei sottomarini e la asprezza di un viaggio in terza classe. Aveva 14 anni, ne accusò venti e fu arruolato in un reparto di “fiamme verdi”. Dovunque fu, dovunque si fece notare per le sue ardite azioni. Parla per lui la motivazione della suprema decorazione al valor militare d’Italia concessagli per le sue coraggiose gesta. In Albania specialmente quando 600 ribelli, al comando di un noto capo (Scerif Assani), minacciavano un esiguo nostro reparto di arditi, egli si offrì, per quanto febbricitante, di compiere un audace colpo di mano. Di notte, con soli otto compagni attaccò di sorpresa la banda a colpi di bombe a mano uccidendone il capo. Assolto il suo compito, cadde sfinito per lo sforzo fatto e per la febbre altissima si che i suoi arditi furono costretti a riportarlo a braccia nelle nostre linee. Dall’Albania accorse legionario a Fiume dove ritrovò i suoi due fratelli ambedue mutilati. Rientrato nell’esercito, scappò ancora a Fiume e prese parte alla lotta del 3 marzo 1921 contro Zanella. Congedatosi, andò in Cile per abbracciare la famiglia, tra cui i suoi due fratelli (cinque Medaglie d’Argento, una di Bronzo e sette ferite), ma l’Italia lo suggestionò ancora e vi ritornò arruolandosi in Aeronautica. Il giorno 8 settembre 1924, mentre recatasi al campo di aviazione di Ghedi venne proditoriamente assalito da alcuni facinorosi per le sue idee patriottiche. Invano tentò di difendersi che gli aggressori in breve lo lasciarono gravemente ferito sul terreno. Guarito, ma imperfettamente, perché gli rimase la mano sinistra anchilosata si che anche il suo sogno di diventare aviatore non poté avverarsi. Ora, (1925) dopo alcuni mesi trascorsi nel campo di aviazione di Cameri, è sulla via del ritorno nel Cile dove ha intenzione di stabilirsi per coadiuvare il padre ed i fratelli negli affari. Nessuno prima di lui ebbe la Medaglia d’Oro a 17 anni di età; è il più giovane decorato vivente (1925).

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Torino 1925)

(La M.O. Montiglio Vittorio è deceduto in incidente automobilistico a Magliano Sabina (Rieti) nel novembre 1929)