MEDAGLIE d’ORO al Valor Militare
conferite a militari, già in servizio nelle Truppe Alpine, ma inquadrati
e combattenti in altre Armi o Corpi all’atto del fatto d’armi (dal 1896 al 1945)
ricerca e archivio di Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° ottobre 2005

Tandura Alessandro

nato nel 1893 a Vittorio Veneto (Treviso)
Tenente di complemento
XX Reparto d'Assalto

già in servizio nelle Truppe Alpine quale:
in deroga alla normativa che prevede che il militare decorato abbia
prima prestato servizio nelle Truppe Alpine poi in altro Reparto all'atto del fatto d'armi, la Sede Nazionale lo cosidera come M.O. degli alpini
Tenente in s.p.e.
7° Rgt. Alpini
anni 1922-1924

Motivazione della Medaglia d’Oro al valor militare – decorato vivente - :

Animato dal più ardente amore di Patria, si offriva per compiere una missione estremamente rischiosa: da un aeroplano in volo si faceva lanciare con paracadute al di là delle linee nemiche nel Veneto invaso, dove, con alacre intelligenza ed indomido sprezzo di ogni pericolo, raccoglieva nuclei di ufficiali e soldati nostri dispersi, e, animandoli col proprio coraggio e con la propria fede, costituiva con essi un servizio di informazioni che riuscì di primissimo ausilio alle operazioni. Due volte arrestato e due volte sfuggito, dopo tre mesi di audacie leggendarie, integrava l'avvenduta e feconda opera sua, ponendosi arditamente alla testa delle sue schiere di ribelli e con esse insorgendo nel momento in cui si delineava la ritirata nemica, ed agevolando così l'avanzata vittoriosa delle nostre truppe. Fulgido esempio di abnegazione, di cosciente coraggio e di generosa, intiera dedizione di tutto se stesso alla Patria.

Piave, Vittorio Veneto, agosto-ottobre 1918

Note biografiche:

(altre decorazioni: promosso sergente per meriti di guerra (Trentino, 1916), Medaglia di Bronzo (Castagnevizza, 1917)

Volontario di guerra, fu soldato nel 1° Rgt. Fanteria, Brigata "Re", col quale andò subito a combattere divenendo caporale e rimanendo gravemente ferito sul Podgora. Dopo lunghe cure guarì e tornò alla fronte colla 333^ compagnia mitragliatrici combattendo nel Trentino, ove riportò un'altra ferita e si guadagnò i galloni da sergente per le sue valorose gesta. Dopo aver frequentato un corso allievi ufficiali venne nominato sottotenente di complemento nel 153° Rgt. Fanteria, Brigata "Novara" di nuova formazione, col quale ritornò a combattere guadagnandosi una medaglia di bronzo a Castagnevizza e rimanendo ancora ferito. Ancora convalescente volle ritornare in linea e fu tenente di complemento nel XX Reparto d'Assalto. Dopo la nostra ritirata dal Piave, il Capo Ufficio Informazioni dell'VIII Armata conoscendo il suo ardire e sapendolo praticissimo dei paesi e località invase dal nemico si valse della sua operra ed egli non venne meno alla fiducia che era stata dal suo superiore in lui riposta. Incaricato di infiltrarsi tra i nemici nei luoghi dove era nato e che erano rimasti preda dell'invasore, per avere informazioni, assolse il suo compito con grande coraggi e intelligenza. Sprezzante di ogni pericolo, in una notte dell'agosto del 1918 legato ad un paracadute veniva lanciato da un aeroplano in una località prossima al suo paese natio. Travestito, conduceva a termine l'opera sua mandando preziose informazioni e sopportando privazioni e sacrifici per quasi tre mesi. Contribuì così alla vittoria finale. Fu arrestato una prima volta, ma riuscì ad evadere; arrestato una seconda volta, si gettò da un treno in corsa evitando così la morte certa come solo gli austriaci sapevano dare. Nella sua difficile e delicatoissima missione ebbe la cooperazione della sorella Emma e della sua fidanzata, che furono decorate al valor militare. Nominato ufficiale in servizio permanente effettivo nel 1922 ed assegnato al 7° Rgt. Alpini, trovasi ora in Colonia, (nel 1925 n.d.r.) a Bengasi, subalterno nel 21° Battaglione indigeni eritreo-misto.

(la motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Torino 1925)

ulteriori notizie biografiche tratte da L'ALPINO:
Congedato nel 1919, dopo la guerra ha ricoperto diverse cariche pubbliche in particolare per promuovere il nuovo corso politico
. Rientrato a domanda nel Regio Esercito e promosso ufficiale nel servizio permanente effettivo, ha prestato servizio presso il 7° Rgt. Alpini dal 1922 al 1924. Nel 1925 parte volontario per la Libia con il 21° Btg. indigeno-eritreo. Il 3 ottobre 1935, all'inizio della guerra italo-etiopica, con il grado di capitano assume il comando di un reparto di Ascari dei Battaglioni Benadir ed inviato in Somalia. Nella notte del 30 dicembre 1937 muore per attacco cardiaco a Mogadiscio dove si trovava in servizio.

ulteriori note: la Medaglia d'Oro Tandura Alessandro era il padre della M.O. Tandura Luigino, partigiano combattente caduto nella zona di Gorizia nel 1944. Chiamato alle armi nel gennaio 1942 venne assegnato al battaglione “Pieve di Cadore” del 7° reggimento alpini dal quale passò, nel luglio dello stesso anno al 6° battaglione complementi mobilitato, in partenza per la Russia. Con la compagnia comando del 6° reggimento alpini partecipò alle operazioni di guerra sul fronte russo dal luglio al dicembre. Rimpatriato prestò servizio a Belluno nel 7° alpini e poi, dal febbraio 1943, a Merano nel 62° battaglione complementi del 5° reggimento alpini, dove fu promosso caporale. Alla dichiarazione dell’armistizio, raggiunse le montagne della Venezia Giulia dove si aggregò ad una formazione partigiana dipendente dalla Divisione garibaldina “Natisone”. L’Università di Padova gli conferì dopo la sua morte la laurea “ad honorem”.

(La M.O. Tandura Alessandro è deceduto il 30 dicembre 1937 a Mogadiscio in Somalia)