alpini del territorio bolognese romagnolo

il Capitano di artiglieria da montagna (artiglieria alpina) Marabini Renato
il primo "alpino" del nostro territorio caduto nella Resistenza nell'80° anniversario da quei drammatici fatti....
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° settembre 2023
aggiornamenti inseriti il 10 settembre 2023

Ancora una volta sono "sorpreso" nel constatare quante belle figure emergono continuamente dal passato nel corso delle continue ricerche sugli "alpini" del nostro territorio, come questa rintracciata l'8 febbraio 2023 : è il Capitano di artiglieria da montagna (artiglieria alpina) Renato Marabini, caduto combattendo a difesa della stazione ferroviaria di Mantova all'arrivo delle truppe tedesche d'occupazione il 9 settembre 1943 (il giorno dopo il drammatico 8 settembre). Ricorrendo anche l'80° anniversario da quei drammatici avvenimenti, ne rinnovo la memoria ed il ricordo e lo ricolloco oggi nella storia degli alpini bolognesi romagnoli “per non dimenticare” evidenziando che fra l'altro è stato il primo "alpino" nato nel nostro territorio caduto nella Resistenza ed anche il primo decorato al valor militare.

 


allievo ufficiale a
Verona

foto a

Renato Marabini nasce a Imola, Bologna, il 27 aprile 1902 quarto di cinque fratelli di Gaetano e Argentina Bacchilega, facoltosa nota famiglia di produttori e commercianti di vino. Dopo il diploma del liceo, nel 1920 è studente all’Università di Bologna nella Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali.


il ruolo matricolare rintracciato nel corso delle ricerche

Chiamato alla visita di leva il 5 ottobre 1921 e lasciato in congedo viene indicata come professione studente. Il 3 gennaio 1922 viene ammesso a ritardare il servizio alle armi quale studente universitario presso l'Università di Bologna.
Nell'anno accademico 1922 trasferisce l'iscrizione all'Istituto Superiore di Agraria.

Prosegue quindi, come previsto per legge, il ritardo al servizio alle armi fino al conseguimento della laurea.

Chiamato dal Distretto il 23 aprile 1927 è lasciato in congedo provvisorio con obbligo di frequentare il corso ufficiali in attesa dell'apertura dei corsi allievi ufficiali previsti per il gennaio 1928.

Laureato in Agraria all'Università di Bologna il 16 luglio 1927, il 15 gennaio 1928 è chiamato alle armi ed iscritto in qualità di allievo ufficiale nella Scuola allievi ufficiali di complemento di Verona, arma Artiglieria da Montagna.


la nomina a Sottotenente pubblicata sul Bollettino ufficiale dell'ottobre 1928

 



Il 15 aprile è promosso Caporale ed il 1° luglio Sergente allievo ufficiale ed inviato in servizio "attitudinale" al 2° Rgt. Art. da Montagna. Concluso il periodo il 30 settembre e promosso Sottotenente dal 4 ottobre, viene assegnato in servizio di prima nomina per un periodo minimo di tre mesi nel 1° Rgt. Art. da Montagna Gruppo "Aosta" a partire dal mattino del 15 ottobre.

a sinistra, fronte e retro di una cartolina autografa inviata alla famiglia da Aosta nel novembre 1928 che lo ritrae al corso di equitazione, obbligatorio per gli ufficiali, dove indica come reparto di appartenenza il 1° Regg. Art. Montagna 5ª Batteria. (Gruppo "Aosta" n.d.r.) ed indossa il berretto rigido mod. 1927 uguale per tutti gli ufficiali.


in alta uniforne indossa il "classico" cappello alpino.
foto a

Nel febbraio 1929, concluso il servizio militare rientra alla vita civile e professionale ad Imola nell'azienda del padre, noto produttore e commerciante di vini.

Appassionato di motociclette assieme al fratello più grande Adriano (classe 1897 e già noto architetto) partecipa su Moto Guzzi 500 nel periodo 1924-1932 a numerosi "viaggi turistici" e fra le loro tappe : Roma, Ravenna, Loreto, Napoli, Pompei, Prato, Firenze, Genova, Venezia e gli ultimi "viaggi" nell'estate 1932 attraverso le Dolomiti, al lago di Garda e Trento.

Nel febbraio 1940 la famiglia è turbata da grave lutto ; sul settimanale imolese IL DIARIO del 10 febbraio 1940 compare il necrologio del babbo Gaetano Marabini, avvenuta domenica 4 febbraio, dove la moglie Argentina e mamma dei cinque figli, Giuseppe (ingegnere), Adriano (architetto), Eleonora (laurea in lettere), Renato (dottore in agraria) e Giulio (enotecnico), ed i parenti tutti, danno il doloroso annuncio della morte.

Richiamato alle armi nel maggio 1940 per mobilitazione generale e promosso al grado di Tenente, mantenendo comunque lo "status" come arma di appartenenza di Artiglieria Alpina (fino al 1934 denominata Artiglieria da Montagna) viene, per esigenze contingenti del momento, destinato in servizio al 4° Rgt. Artiglieria Contraerea in Mantova che aveva bisogno di valenti esperti ufficiali.
Con l'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940, partecipa alle operazioni di guerra sul fronte francese fino al 20 luglio quindi rientra a Mantova. Trattenuto alle armi, viene assegnato al servizio in patria presso il Comando del Reggimento.

Nel settembre 1940 ottiene una licenza matrimoniale e si sposa con la fidanzata Clara.
Nel giugno 1941 nasce la figlia primogenita Paola.

Nel marzo 1942 con la denominazione di 4° Raggruppamento Art. Contraerei, il reparto viene approntato per essere inviato sul fronte russo. Essendo orfano di padre ed avendo tre fratelli sotto le armi, viene lasciato in patria.


nuova fotografia
Capitano nel 1943

Per esigenze contingenti della situazione sul fronte in Sicilia e promosso Capitano, gli viene affidato nella primavera 1943 il comando di una batteria ed inviato su quel fronte in forza all'11° Gruppo artiglieria contraerea del XVI Corpo d'Armata dislocato nella Sicilia orientale.

A seguito dello sbarco degli alleati fra il 9 e 10 luglio 1943, dopo ostinata resistenza della sua batteria e divenuta insostenibile la lotta per superiorità dei britannici, gli giunge l'ordine di rientrare a Mantova, dove gli viene affidata la batteria comando.

Con gli eventi politici legati all’8 settembre 1943, il giorno dopo 9 settembre, all'arrivo delle truppe tedesche d'occupazione, si offre volontario a difesa della stazione ferroviaria di Mantova e riesce a raccogliere una trentina di artiglieri della sua batteria per opporre accanita resistenza contro i tedeschi che vogliono occupare la città.
Con gli antiquati fucili modello ’91 d’ordinanza (della prima guerra mondiale ma ancora in dotazione) ed una mitragliatrice Breda 35 affrontano l'impari combattimento difensivo. I reparti tedeschi circondano lo scalo merci e la stazione, ed un semovente "Tiger" apre il fuoco a cannonate per demolire il "Posto di ristoro delle mondariso" dal quale sparano gli artiglieri che rifiutano di arrendersi.

Nel combattimento, colpito da una raffica di mitragliatrice sulla scalinata della stazione, rimane ucciso combattendo il Capitano di artiglieria alpina Marabini Renato.

All'indomani della sua morte, compare sul settimanale imolese IL DIARIO del 25 settembre, un "semplice" necrologio senza citare la particolare situazione politica creatasi all'indomani dell'8 settembre, quando con l'armistizio, gli ex alleati tedeschi sono diventati i nemici da combattere.


per una decina di anni, puntualmente, nel giorno
dell'anniversario ne viene rinnovato il ricordo
con la pubblicazione di un partecipato necrologio.
L'ultimo necrologio che ho ritrovato compare sul giornale quotidiano.net del 9 settembre 2013 pubblicato dalla figlia Paola.
(la Signora Paola che vive a Bologna, rintracciata e contattata, ha espresso il suo sincero apprezzamento e gratitudine per l'iniziativa di rinnovare la memoria del
"- mio valoroso babbo - " e si sente partecipe pur non potendo presenziare di persona alle cerimonie per insorti problemi fisici, non per l’età ci tiene a precisare)


Nel 1947 viene decretata e conferita la medaglia d'argento al valor militare (alla memoria), così motivata :
Offertosi volontario per assumere il comando della difesa della stazione di Mantova avuto sentore che truppe tedesche stavano per tentarne l'occupazione, organizzava, con slancio che lo aveva già distinto in precedenti azioni di guerra, il personale disponibile per fronteggiare l'avversario. Attaccato da forze preponderanti specie per mezzi di fuoco, dando fulgido esempio di eroismo e del più cosciente sprezzo del pericolo, impugnato un moschetto si portava in mezzo ai suoi artiglieri, infiammandoli con il suo coraggio ed il suo ardore ed infondendo loro, con la sua audacia, volontà di resistenza. Circondato e, sebbene sottoposto al fuoco di artiglieria semovente, respingeva sdegnosamente l'offerta di resa, continuando invece calmo e sereno nella lotta fino a quando colpito a morte, cadeva al suo posto di combattimento. Luminoso esempio di amor di Patria e delle virtù guerriere di nostra gente. Mantova, 9 settembre 1943.

A Mantova nell'immediato dopoguerra, nei pressi della Stazione ferroviaria, viene dedicato un cippo commemorativo ed ogni anno ne è ricordato l'eroico sacrificio con significativa cerimonia.


il cippo nell'immediato dopoguerra

immagini di una delle annuali cerimonie commemorative del 9 settembre.

davanti al cippo è apposta questa iscrizione :

I resti mortali del Cap. Renato Marabini sono custoditi nel Sacraio-Ossario ubicato nel cimitero comunale di Mantova.


foto a : inedita fotografia gentilmente concessa in esclusiva da "Collezioni Fondazione Cassa di Risparmio di Imola. Fondi Fotografici. Archivio Marabini", con divieto di riproduzione senza autorizzazione.


aggiornamenti inseriti il 10 settembre 2023

Da alcuni mesi, presentando questa inedita memoria quale primo imolese caduto nella Resistenza ed anche primo decorato al valor militare, avevo reso partecipe i dirigenti dell'Ass. Naz. Partigiani di Imola per verificare l'eventuale disponibilità a partecipare, come delegazione della città natale, alla cerimonia che si sarebbe svolta a Mantova il 9 settembre. Accolta la proposta dai dirigenti ANPI e concordata la nostra presenza alla cerimonia, la delegazione imolese si è pregiata della partecipazione ufficiale del Comune nella persona del vice sindaco Fabrizio Castellari e del Gonfalone comunale.


La delegazione imolese, da sinistra : il Gonfalone comunale, il Presidente della
Sezione ANPI di Imola Gabrio Salieri, il vice sindaco Fabrizio Castellari, Fulvio
Andalò del Comitato Direttivo della Sezione ANPI di Imola ed il sottoscritto......

Negli articoli pubblicati sui vari giornali del mantovano è stato evidenziato che
per la prima volta era presente alla cerimonia una delegazione di Imola, sua città
natale e fra le varie fotografie vi è anche questa..... del mio breve intervento....