Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle  continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente  colpito dalle giovanissime figure di Rino  Gualandi, Gino Mantovani, Termine Mercatelli, Rolando Nardini, Mendez  Travasoni, tutti di Argenta,  che sono accomunati dalla singolare  e drammatica storia della loro breve vita. Arruolati e “forzati” alpini nella divisione  Monterosa, poi per scelta, entrati in formazione partigiana e, dichiarati  disertori, condannati a morte e fucilati dagli stessi ex commilitoni…..dei quali desidero proporre le figure rinnovandone il ricordo  “per non dimenticare”. 
                   
                  
                  Rino  Gualandi nasce il 2 giugno 1923 ad Argenta,  Ferrara, dove svolge la professione di contadino.
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato alle armi il 20 maggio 1943 viene assegnato all’80° Rgt.  Fanteria. 
                  Sbandatosi  con gli eventi legati all’8 settembre e rientrato ad Argenta, il 7 marzo 1944,  per non subire ritorsioni sulla famiglia, decide di rispondere  ai bandi di reclutamento della Repubblica Sociale Italiana, “per completare la ferma interrotta alla data  dell’8 settembre 1943”, ed il giorno dopo viene inviato al centro raccolta  di Vercelli destinato alla Divisione Alpina Monterosa. Il 1° aprile parte per  il centro addestramento in Germania. 
                  Rientrato in Italia il 1° agosto ed assegnato  al 2° Rgt. Alpini Btg. “Tirano” viene dislocato col reparto in Liguria nella  zona di Chiavari, Genova. Lo stesso giorno diserta e rientrato di nascosto ad  Argenta entra nella formazione partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito  di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore  dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a  morte. L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette  nel comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30. 
                  Nel  dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano combattente  caduto, equiparato  a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno operato in unità regolari  delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Nel dopoguerra sul luogo  dell’esecuzione viene posto un cippo per commemorare i cinque ragazzi  partigiani di Argenta e il loro sacrificio. 
                  
                  
                  Gino  Mantovani nasce l’11 febbraio 1923 a Portomaggiore, Ferrara, poi residente ad  Argenta, dove svolge la professione di contadino. 
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato  alle armi il 14 settembre 1942 viene assegnato XXV settore di copertura Guardia  alla Frontiera. 
                  Sbandatosi con gli eventi legati all’8 settembre e  rientrato ad Argenta, il 6 febbraio 1944, per non subire ritorsioni sulla  famiglia, decide di rispondere ai bandi di  reclutamento della Repubblica Sociale Italiana, “per completare la ferma interrotta alla data dell’8 settembre 1943”,  ed il giorno dopo viene inviato al centro raccolta di Vercelli destinato alla  Divisione Alpina Monterosa designato per il 2° Rgt. Alpini Btg. “Tirano”.  
                  Deciso a non proseguire l’addestramento in Germania, il 20 marzo diserta e  rientrato di nascosto ad Argenta, il 21 maggio entra nella formazione  partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito  di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore  dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a  morte. L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette  nel comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30. 
                  Nel  dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano  caduto, equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno  operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Nel dopoguerra sul luogo dell’esecuzione viene posto un  cippo per commemorare i cinque ragazzi partigiani di Argenta e il loro  sacrificio.
                  
                  
                  Termine  Mercatelli nasce l’8 novembre 1923 ad Argenta, Ferrara, dove svolge la  professione di contadino. 
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato  alle armi l’11 gennaio 1943 viene assegnato al 79° Rgt. Fanteria. 
                  Sbandatosi  con gli eventi legati all’8 settembre e rientrato ad Argenta, il 21 febbraio  1944, per non subire ritorsioni sulla famiglia, decide di rispondere ai bandi di reclutamento della  Repubblica Sociale Italiana, “per  completare la ferma interrotta alla data dell’8 settembre 1943”, ed il  giorno dopo raggiunge Vercelli assegnato alla Divisione Alpina Monterosa, 2°  Rgt. Alpini Btg. “Tirano”. 
                  Deciso a non proseguire l’addestramento in Germania,  il 12 marzo diserta e rientrato di nascosto ad Argenta entra nella formazione  partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito  di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore  dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a  morte. L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette  nel comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30. 
                  Nel  dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano  caduto, equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno  operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Sul luogo dell’esecuzione viene posto un cippo per  commemorare i cinque ragazzi partigiani di Argenta e il loro sacrificio.
                  
                  
                  Rolando  Nardini nasce il 25 febbraio 1924 ad Argenta, Ferrara, dove svolge la  professione di contadino. 
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato  alle armi il 26 maggio 1943 viene assegnato al 7° Rgt. Fanteria. 
                  Sbandatosi  con gli eventi legati all’8 settembre e rientrato ad Argenta, il 27 febbraio  1944, per non subire ritorsioni sulla famiglia, decide di rispondere ai bandi di reclutamento della  Repubblica Sociale Italiana, “per  completare la ferma interrotta alla data dell’8 settembre 1943”, ed il  giorno dopo viene inviato al centro raccolta di Vercelli destinato alla  Divisione Alpina Monterosa. Il 28 febbraio parte per il centro addestramento in  Germania. 
                  Rientrato in Italia il 1° agosto ed assegnato al 2° Rgt. Alpini Btg.  “Tirano” viene dislocato col reparto in Liguria nella  zona di Chiavari, Genova. Lo stesso giorno diserta e rientrato di nascosto ad  Argenta entra nella formazione partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito  di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore  dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a morte.  L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette nel  comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30. 
                  Nel  dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano  caduto, equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno  operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Nel dopoguerra sul luogo  dell’esecuzione viene posto un cippo per commemorare i cinque ragazzi  partigiani di Argenta e il loro sacrificio.
                  
                  
                  Mendez Travasoni, detto Raul,  nasce il 25 febbraio 1923 ad Argenta, Ferrara, dove svolge la professione di  contadino. 
                  
                    
                      |  il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche | 
                  
                  Chiamato  alle armi l’8 settembre 1942 viene assegnato XXV settore di copertura Guardia  alla Frontiera. 
                  Sbandatosi con gli eventi legati all’8 settembre e  rientrato ad Argenta, il 6 febbraio 1944, per non subire ritorsioni sulla  famiglia, decide di rispondere ai bandi di  reclutamento della Repubblica Sociale Italiana, “per completare la ferma interrotta alla data dell’8 settembre 1943”,  ed il giorno dopo viene inviato al centro raccolta di Vercelli destinato alla  Divisione Alpina Monterosa. Il 25 febbraio parte per il centro addestramento in  Germania. 
                  Rientrato in Italia il 1° agosto ed assegnato al 2° Rgt. Alpini Btg.  “Tirano” viene dislocato col reparto in Liguria nella  zona di Chiavari, Genova. Lo stesso giorno diserta e rientrato di nascosto ad  Argenta entra nella formazione partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito  di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore  dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a  morte. L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette  nel comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30. 
                  Nel  dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano  caduto, equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno  operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Nel dopoguerra sul luogo  dell’esecuzione viene posto un cippo per commemorare i cinque ragazzi  partigiani di Argenta e il loro sacrificio.
                  
                   
                  
                    
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                         Il cippo ricordo eretto sul luogo dell'esecuzione in
 località Rio delle Vallette  nel comune di Sestri Levante.
 La foto del primo a sinistra ricordato è Vittorio Grasso da Dogliani, 
                          Cuneo, fucilato precedentemente il 4 agosto.
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