albo d’oro degli alpini bolognesi romagnoli

8 settembre 1943-25 aprile 1945 : "gli alpini e artiglieri da montagna CADUTI su fronti opposti"

l'alpino Antonio Zanini
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° maggio 2019

Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla figura di Antonio Zanini, del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che era stato alpino, combattente e reduce della Grande Guerra poi per scelta, impegnato nella lotta antifascista fino al sacrificio della vita, del quale desidero proporre la figura rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

 

Antonio Zanini, detto Tonino (anche sul ruolo matricolare viene indicato con il soprannome!) nasce a Monzuno, paese nelle colline bolognesi, il 24 maggio 1900.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Chiamato alla visita di leva l'8 marzo 1918 è lasciato in congedo e indicato come professione calzolaio. Chiamato alle armi per mobilitazione il 23 marzo viene assegnato al 2° Rgt. Alpini Btg. "Borgo San Dalmazzo".
Conclusa la guerra (4 novembre 1918) nel corso del 1919 vengono smobilitati molti reparti costituiti per esigenze belliche e mandati in congedo il "sovrannumero" dei militari chiamati per mobilitazione.
Il 7 marzo 1919 viene quindi ricollocato in congedo provvisorio ed il 1° dicembre viene nuovamente chiamato alle armi con i coscritti del 1900 ma non si presenta in quanto nel frattempo ha raggiunto Fiume unendosi ai Legionari di D'Annuzio per quella comunemente conosciuta come l'impresa di Fiume.

Denunciato per diserzione al Tribunale di Venezia, come tutti i Legionari militari sotto le armi accorsi lasciando "arbitrariamente" il reparto, raggiunto dalla notizia della denuncia rientra a Monzuno ed il 16 dicembre si costituisce ai Carabinieri Reali di Bologna che si pronunciano a "non luogo a procedere" con obbligo però a presentarsi il giorno 19 al Deposito del 2° Rgt. Alpini a Cuneo. Ripresta quindi servizio nel 2° Rgt. Alpini (non è indicato il Battaglione) fino al 20 gennaio 1920. Il 22 gennaio viene inviato in licenza straordinaria (senza assegni) in quanto ha presentato domanda per l'arruolamento volontario con ferma di tre anni nei Carabinieri.

L'11 febbraio 1920 viene nominato carabiniere effettivo in servizio nella Legione Territoriale dei Carabinieri Reali di Bologna. In alcune biografie viene indicato che svolge anche servizio per un certo imprecisato periodo presso un comando Carabinieri Reali a Ferrara, ma nel ruolo matricolare non vi è traccia e sempre sul ruolo matricolare invece che in data 1° aprile 1922 viene deliberato dal consiglio della Legione Carabinieri di Bologna che viene ammesso al primo aumento triennale di paga.
9 febbraio 1923 - Tale nella Legione di Bologna e mandato in congedo illimitato.

Ritorna quindi alla vita civile riprendendo la sua professione di calzolaio. Nel 1926 si sposa a Monzuno con Nella Galliani e dal matrimonio nasce nel 1927 figlio Mario.

Il 20 novembre 1932 viene annotato : Presentatosi alla chiamata di contrrollo dell'Ufficio leva del Comune di Monzuno.

Richiamato alle armi il 13 aprile 1941 viene annotato : Non giunto perchè operaio in Germania, ma non indicato da quando vi è espatriato. Mentre viene annotato che il 4 marzo 1942 è : Richiamato alle armi per esigenze eccezionali e giunto alla Legione Carabinieri di Bologna.

Sicuramente di idee sempre più contrastanti a quelle politiche del momento, con gli avvenimenti del 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini, si rafforzano ancora di più dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana, "sente il dovere di ribellarsi".

Già dall'ottobre 1943, dismessa la divisa da Carabiniere, lascia Monzuno e si aggrega ad una formazione partigiana.
Con la costituzione dal 1° novembre della formazione partigiana Brigata Stella Rossa Lupo operante nella zona montana di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi, non esita a riprendere le armi ad aggregarsi ai reparti combattenti.

 

Ai primi di settembre 1944 in seguito all'uccisione, da parte dei partigiani, di due ufficiali tedeschi a Casa del Sarto di Rioveggio (Monzuno), il giorno 7 settembre viene catturato dalle SS tedesche, unitamente a una trentina di persone, uomini, donne e ragazzi. Dal gruppo vengono "scelti" 14 uomini (fra i quali il figlio Mario) quindi trasferiti a Sasso Marconi ed il giorno dopo, 8 settembre, in località Rio Conco di Vizzano (Sasso Marconi), vengono tutti fucilati per rappresaglia compreso il figlio diciassettenne Mario.



Il figlio Mario era nato a Monzuno il 3 ottobre 1927, dove risiede e svolge la professione di operaio, ma non viene indicato in quale ramo, purtroppo non riesce a sfuggire al rastrellamento e subisce la stessa sorte del padre.

 

Nel dopoguerra l'apposita Commissione Regionale ha riconosciuto Antonio Zanini con la qualifica di partigiano : Ha fatto parte come volontario della formazione partigiana Stella Rossa Lupo ed è equiparato ai militari che hanno aderito alle nuove unità regolari delle Forze Armate italiane, riconosciuto partigiano dal 1° novembre 1943 all'8 settembre 1944.